Dal 14 Febbraio 2023 a 19 Novembre 2023

David LaChapelle per Giacomo Ceruti. Nomad in a Beautiful Land è una mostra fotografica originale, che presenta un’opera inedita eseguita dal celebre artista americano per Brescia e ispirata alla produzione pauperistica di Giacomo Ceruti. La Pinacoteca Tosio Martinengo, il museo che conserva il più alto numero di opere di Ceruti nel mondo, ospita questo scatto per narrare, attraverso un linguaggio nuovo e contemporaneo, le sale solitamente dedicate al pittore degli ultimi. Insieme alla serie Jesus is my homeboy (2003), la nuova fotografia di LaChapelle si insinua tra le fitte pieghe del presente, per fornirne un’interpretazione attenta e consapevole della marginalità: un’ode alla decadenza sociale.

Informazioni e Prenotazioni
Il CUP – Centro Unico Prenotazioni risponde dal lunedì al sabato dalle 10.00 alle 18.00.

La mostra

A cura di Denis Curti

Promosso da: Comune di Brescia, Fondazione Brescia Musei, Alleanza Cultura

In collaborazione con: David LaChapelle

Il progetto è vincitore di Strategia Fotografia 2022, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura

Con il sostegno di: Umberta Gnutti Beretta

Media Partner: Radio Number One

Visita con: Abbonamento Musei

 

Giocando con una smaccata ambivalenza di linguaggi, la mostra si pone l’obiettivo di strutturare un’architettura espositiva e itinerante, nella quale l’universo classico di Giacomo Ceruti incontra l’immaginario di David LaChapelle, in una sinergia museale tra Fondazione Brescia Musei e il Getty Center che vede le opere pauperistiche di Ceruti approdare a Los Angeles. Questa coinvolgente sfida, al contempo, fa arrivare presso la Pinacoteca Tosio Martinengo la serie Jesus is my homeboy (2003), accompagnata dalla nuovissima opera Gated Community di LaChapelle. Arte classica e fotografia si aprono al dialogo, mettendo in campo le loro differenze formali allo scopo di scuotere una contemporaneità afflitta dall’aridità relazionale. Gated Community, scattata a Los Angels nel mese di dicembre 2022, rappresenta una messa in scena ideologica del sacro e del profano, in cui una lunghissima tendopoli, rifugio dei senzatetto, affolla i marciapiedi della città, colorandosi di opulenza hollywoodiana.

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L’Artista

David LaChapelle (Fairfield, CT, 1963) è uno dei più celebri e stimati fotografi viventi, nonché magistrale interprete delle più oscure criticità contemporanee. Nelle sue immagini si respira una drammaticità in grado di trascende l’aspetto esteriore, spesso carico e volutamente provocatorio, per calarsi in una dimensione reale.

Per LaChapelle gli ultimi assumono le sembianze filosofiche di una chimera dell’emotività terrena: corpi plastici, irrealmente perfetti, portatori di una felicità apparentemente insindacabile, espressa da occhi sinceri e inconsolabili allo stesso tempo. In tutto il suo corpus fotografico, da Deluge (2006) fino al recente e profetico Revelations (2019), passando per Heaven to Hell (2006), LaChapelle s’impegna da decenni per risvegliare il pubblico da un torpore castrante, mostrando come la povertà sia il frutto avariato di una società altrettanto malata e quindi destinato a restare insito in tutti noi.

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