La mostra mette in luce l'importanza della figura di Lawrence Ferlinghetti, poeta, pittore, editore e agitatore culturale americano di origini bresciane, nel panorama letterario degli anni Cinquanta e Sessanta, ed in particolare all'interno del movimento della Beat Generation.
Il poeta della Beat Generation si svela nella “sua” Brescia
A LIFE: LAWRENCE FERLINGHETTI
Beat generation, ribellion, poesia
Beat generation, ribellion, poesia
Una mostra a cura di: Luigi Di Corato, Giada Diano, Melania Gazzotti

Christopher Felver, Ferlinghetti at Old West Hotel, 1981
Collezione dell’artista, Sausalito, California
© Chris Felver
Collezione dell’artista, Sausalito, California
© Chris Felver
“A Life: Lawrence Ferlinghetti. Beat Generation, ribellione, poesia” (Brescia. Museo di Santa Giulia, dal 7 ottobre 2017 al 14 gennaio 2018) mette in luce l’importanza della figura di Lawrence Ferlinghetti, poeta, pittore, editore e agitatore culturale americano di origini bresciane, nel panorama letterario degli anni Cinquanta e Sessanta, ed in particolare all’interno del movimento della Beat Generation.

Il percorso espositivo vuole inoltre raccontare come questa corrente letteraria abbia avuto un particolare seguito in Italia grazie alla traduttrice e critica letteraria Fernanda Pivano, che per prima ha tradotto e fatto pubblicare l’opera di autori come Allen Ginsberg, Jack Kerouac, William Burroughs, Gregory Corso, Charles Bukowski e lo stesso Ferlinghetti di cui è stata sostenitrice e amica.
La visita in Italia di alcuni di questi autori – ad esempio Kerouac partecipa a diverse conferenze e rilascia un’intervista alla RAI nel 1966 e Ginsberg prende parte al Festival dei due Mondi di Spoleto nel 1967 – contribuisce inoltre al fatto che il movimento Beat diventi nel paese un fenomeno culturale, musicale e di costume. La mostra diventa quindi l’occasione per ripercorrere la storia di quegli anni e ricrearne l’atmosfera attraverso materiali a stampa, fotografie e registrazioni video. Molti dei libri e documenti in mostra, oltre a una serie di fotografie scattate ai Beat da Ettore Sottsass, provengono proprio dallo sterminato archivio di Fernanda Pivano, oggi curato dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche e dalla Fondazione Corriere della Sera.
Oltre ai bellissimi scatti di Sottsass, alcuni dei quali inediti, sono presentate in mostra fotografie di Robert Capa, Aldo Durazzi, Larry Keenan, Allen Ginsberg, Christopher Felver e Fred Lyon.

In mostra viene documentata anche la carriera artistica di Ferlinghetti che inizia a disegnare e dipingere nell’immediato dopo guerra mentre si trova a Parigi, per conseguire un dottorato alla Sorbona. Qui frequenta nel tempo libero gli atelieres livres per esercitasi nel disegno dal vero, così scoprendo la propria vocazione per le arti figurative.
In Santa Giulia viene esposto il prezioso olio su tela Deux (immagine qui a fianco) del 1950, prima opera dipinta da Ferlinghetti, oltre a un’ampia selezione di disegni realizzati tra gli anni Cinquanta e Duemila, mai esposti in Italia prima d’ora. Tele di grandi dimensioni, provenienti direttamente dalla collezione dell’artista, vanno ad arricchire le sezioni della mostra, testimoniando come Ferlinghetti sia stato sempre ispirato dalle proprie esperienze di vita, dagli avventurosi viaggi in giro per il globo alla costante ricerca delle proprie origini.
Le ultime sale della mostra in Santa Giulia vengono riservate al rapporto di Ferlinghetti con l’Italia. Il poeta scopre di avere origini italiane solo a vent’anni quando richiede il proprio certificato di nascita per arruolarsi volontario nella Marina degli Stati Uniti, scelta che determinerà poi la sua partecipazione allo Sbarco in Normandia. In quell’occasione Ferlinghetti realizza che il padre Carlo Leopoldo, morto prima della sua nascita, aveva anglicizzato il proprio cognome in Ferling. Solo nel 1955 il poeta deciderà di prendere ufficialmente il proprio cognome italiano e di firmare con quello tutta la sua opera letteraria e artistica.
Da questo momento in poi Ferlinghetti intraprenderà una lunga e tortuosa ricerca per risalire alla città di nascita del padre, Brescia, riuscendo ad individuare nel 2005 la casa da dove era partito per emigrare giovanissimo negli Stati Uniti.
La Cartella Stampa completa e le immagini della mostra sono disponibili in AREA STAMPA.
Uffici Stampa