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Si è chiusa la quinta edizione della manifestazione bresciana che ha visto circa 35.000 persone visitare le grandi mostre e gli importanti eventi, diffusi al Museo di Santa Giulia e in altre sedi cittadine.

Si è chiusa con un ottimo riscontro di pubblico la V edizione di Brescia Photo Festival, promossa da Comune di Brescia e Fondazione Brescia Musei, in collaborazione con Ma.Co.f – Centro della fotografia italiana, con la curatela artistica di Renato Corsini, che quest’anno ruotava attorno al tema del ritratto.

Sono state infatti circa 35.000 le persone che hanno visitato le mostre al Museo di Santa Giulia e in altre sedi cittadine.

Tra le iniziative più apprezzate si segnalano l’esposizione su Edward Weston e la sua dinastia, quella sulla storia del ritratto o quella che ha messo in relazione Paolo Tosio e Peggy Guggenheim, eventi che hanno spinto gli organizzatori a prorogare la loro chiusura al 28 agosto 2022.

WESTON. Edward, Brett, Cole, Cara. Una dinastia di fotografi, curata da Filippo Maggia, prodotta dalla Fondazione Brescia Musei e da Skira e progettata in stretta sinergia con la famiglia Weston, riuniva, per la prima volta, le fotografie vintage di Edward Weston, dei figli Brett e Cole, e della nipote Cara.
Il percorso espositivo presentava 80 opere dei quattro fotografi, 40 del solo Edward, tra cui i maggiori capolavori: dai ritratti plastici ai nudi che esaltano forme e volumi, dalle dune di sabbia agli oggetti trasformati in sculture, sino ai celebri vegetable – peperoni, carciofi, cavoli – e le conchiglie riprese in primissimo piano. Catalogo Skira.

Lo sguardo restituito. Una storia della fotografia, a cura di Renato Corsini, e Tatiana Agliani, proponeva un affascinante viaggio nelle diverse declinazioni del genere fotografico del ritratto, dai primi anni del Novecento ai selfie, attraverso le opere di anonimi autori e di grandi maestri quali Steve McCurry, Sebastião Salgado, Ugo Mulas, Gian Paolo Barbieri, Alberto Korda, Edward S. Curtis e molti altri, che offrivano anche una riflessione sull’identità delle varie persone e sulla rappresentazione che si offre di se stessi, dentro e oltre la maschera del volto.

Peggy e Paolo. Una passione senza tempo, infine, metteva in scena un inedito dialogo tra Paolo Tosio e Peggy Guggenheim, in un celebre scatto di Gianni Berengo Gardin: a distanza di più di un secolo due collezionisti affidano al ritratto la memoria della loro passione. Una mostra one-off dedicata che Gianni Berengo Gardin dedica a Peggy Guggenheim, fotografata nella sua dimora veneziana a Palazzo Venier dei Leoni, sullo sfondo una scultura di Calder.
Di fronte a lei il Ritratto del conte Paolo Tosio di Luigi Basiletti. Paolo Tosio fu mecenate illuminato grazie al cui lascito 170 anni fa, nel 1851, la città di Brescia inaugurò la prima galleria civica d’arte contemporanea in Italia, oggi la Pinacoteca Tosio Martinengo.

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