Un film di
Jaco Van Dormael
Con
Pili Groyne, Benoît Poelvoorde, Catherine Deneuve
Genere
commedia
Durata
113'

«Dio esiste e vive a Bruxelles. Appartamento tre camere con cucina e lavanderia, senza una porta di entrata e di uscita. Si è parlato molto di suo figlio, ma poco di sua figlia… sua figlia sono io». Non è facile essere la figlia di Dio. Ea, undici anni, lo sa bene: suo padre – anzi, suo Padre – è odioso e antipatico e passa le giornate a rendere miserabile l’esistenza degli uomini. È una situazione che non può andare avanti, ma come risolverla? Dopo l’ennesimo litigio, Ea scende tra gli uomini per scrivere un nuovo Nuovo Testamento che ci permetta di cercare la nostra felicità; ma, prima di andarsene, usa il computer del Padre per liberarci dalla più grande delle nostre paure inviando a ciascun essere umano un sms con la data della propria morte. In questo modo provocherà un caos improvviso e totale, durante il quale tutti cominceranno a pensare cosa fare con i giorni, i mesi e gli anni, che rimangono loro da vivere.
Dio esiste e vive a Bruxelles di Jaco Van Dormael è un tripudio di ironia e sarcasmo. Se lasciamo perdere l’uscita quasi ad-hoc nel periodo di tensione massima a Bruxelles, che eleva al quadrato l’ironia che pervade il film, si tratta di un’opera che suppone che gli esseri superiori che gli uomini definiscono divini, non siano altro che un’esagerazione dell’uomo medio.

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