I racconti dell’orso
Durante un viaggio in macchina una bambina si addormenta e inizia a sognare. La sua mente viaggia in un mondo sconosciuto, magico e surreale. Una bizzarra "favola apocalittica" che ruota attorno alla ricerca ossessiva dell’oggetto più prezioso per un bambino: un orsetto di peluche, smarritosi nel bosco. Alle prese con questa missione due strampalati supereroi sui generis: un monaco meccanico e un omino rosso, che si inseguono in un mondo ormai deserto, abbandonato dagli uomini. Dopo aver attraversato boschi, città morte e lande desolate, i due buffi personaggi raggiungono la cima di una collina magica e, dopo aver finalmente ritrovato il peluche, si riconcilieranno. Uniranno così le forze, nella speranza di poter dare vita al giocattolo inanimato e sfuggire al vuoto che li circonda.
Progetto low budget nato da un’autentica scommessa: girare un film in due sole persone, durante un viaggio di quaranta giorni tra Finlandia e Norvegia. Samuele Sestieri e Olmo Amato hanno ricoperto tutte le mansioni necessarie per le riprese, dalla produzione alla regia, dalla fotografia alla recitazione. La postproduzione del film, durata due anni, ha visto intervenire diversi collaboratori: con la New Digital è stato possibile sonorizzare artigianalmente l’intero film, ricorrendo a suoni creati appositamente in sala da un gruppo di rumoristi. Inoltre sono arrivati gli apporti di Riccardo Magni che ha composto la colonna sonora originale e dell’attrice/cantante Virginia Quaranta che ha dato voce ai personaggi, creando una nuova lingua. La sceneggiatura è stata solo un punto di partenza: luoghi e persone che incontravamo nel corso del viaggio modificavano, ampliavano, arricchivano la nostra storia. Di fronte alle meraviglie di una natura incontaminata, il punto di vista è quello vergine di chi vorrebbe imparare a vedere, come se fosse per la prima volta. (I registi e la produzione)
Film vincitore del Premio della Critica al Film Festival del Garda 2018.
++Evento speciale++ Dopo il film verrà presentato il mediometraggio:
WHEREVER YOU GO, THERE YOU ARE di Nicola Zambelli. Con Gabriel Beddoes. Durata: 28'.
Gabriel, un danzatore trentenne originario di Napoli che ha trascorso molti anni all'estero, conduce una vita precaria in un Paese che ha poche risorse da offrire agli artisti come lui. Il film segue il suo viaggio per l'Italia nel momento in cui sta lavorando ad una performance di teatro danza centrata sul senso di precarietà e di immobilità, sentimento che accomuna molti giovani italiani come Gabriel. Come il protagonista della sua performance di teatro danza, bloccato su un ascensore mentre si reca ad un colloquio di lavoro, Gabriel deve riflettere sulla sua vita e sulle decisioni da prendere per il suo futuro.
Wherever you go, there you are nasce dalla esperienza del progetto cross- disciplinare “Trentesimo”, una performance itinerante di Teatro-video-danza che ha circuitato lungo l’Italia per portare i temi della precarietà e dell’immobilità all’interno di un dibattito il quanto più aperto possibile. La struttura narrativa della performance, centrata su una rilettura di “Uno, nessuno, centomila” di Pirandello, è stata contaminata dagli sguardi, dalle riflessioni e dai commenti del pubblico che è stato chiamato a concorrere alla scrittura della drammaturgia finale. Il cortometraggio nasce dall’esigenze di restituire il senso del percorso svolto attraverso il linguaggio dell’audiovisivo: il film osserva Gabriel nel corso di alcuni mesi, durante una parte della tournée dello spettacolo, e cerca di far riflettere l’attore-performer sull’identità del personaggio che porta in scena. Quanta parte di sé stesso rivede nel suo personaggio? In che modo anche lui si trova ad essere paralizzato su un ascensore che sembra non andare da nessuna parte?