Il primo re
IL GIARDINO DELL'EDEN – FUTURE VISIONI Castello di Brescia
Romolo e Remo, letteralmente travolti dall'esondazione del Tevere, si ritrovano senza più terre né popolo, catturati delle genti di Alba. Insieme ad altri prigionieri sono costretti a partecipare a duelli nel fango, dove lo sconfitto viene dato alle fiamme. Quando è il turno di Remo, Romolo si offre come suo avversario e i due collaborando con astuzia riescono a scatenare una rivolta, ma è solo l'inizio del loro viaggio insieme agli altri fuggitivi e a una vestale che porta un fuoco sacro. Sapendo di avere forze nemiche sulle proprie tracce decidono di sfidare la superstizione e si avventurano nella foresta, dove Remo dà prove di valore e conquista la leadership del gruppo, mentre Romolo può fare poco altro che riprendersi da una ferita. Quando a Remo viene letto il destino dalla vestale, lui decide di sfidare il volere degli dèi. "A suo modo, Il primo re è una delle operazioni più coraggiose e originali del recente cinema italiano. Un film epico, parlato in un protolatino, reinventato con l'ausilio di specialisti, sulla fondazione di Roma.[…] Il primo re non è però un'operazione meramente autoriale, ma anzitutto un prototipo per rinnovare il nostro cinema di genere. Rovere, che ha prodotto la saga di Smetto quando voglio e diretto Veloce come il vento, è da tempo alla ricerca di nuove vie per un cinema di genere che non sia solo commedia o al massimo noir. Stavolta l'azzardo e l'originalità sono ancora maggiori: nonostante i molti riferimenti possibili (da Conan a Revenant alla Guerra del fuoco) il film riesce a inventare un'imagerie piuttosto autonoma e convincente. […] Chissà se il film funzionerà anche col pubblico: ma intanto è la conferma che il cinema italiano è molto più vario di come a volte ce lo raccontano". (Emiliano Morreale, La Repubblica)