Un film di
Ivano De Matteo
Con
Monica Guerritore, Antonio Catania, Iaia Forte
Genere
drammatico
Durata
98'

Alfredo è un architetto. Susanna una psicologa. Gente di cultura, gente di ampie vedute. Cinquantenni dall’aria giovanile, dalla battuta pronta e lo sguardo intelligente. Vivono a Roma ma trascorrono i fine settimana e parte dell’estate nella loro casa di campagna all’interno di una tenuta privata. Un giorno Susanna, andando in paese, resta colpita da una giovanissima prostituta che viene umiliata e picchiata da un uomo sulla stradina che porta alla statale. In un attimo la vita di Susanna cambia, ha deciso che vuole salvare quella ragazza. Salvarla per salvare i propri ideali. Ma una ragazza straniera che fa la puttana, può diventare altro? Può migliorare la sua condizione? E una famiglia vissuta sempre nell’agiatezza, con dei solidi riferimenti intellettuali, può rischiare di mettere a repentaglio tutto ciò che ha costruito per rispettare le proprie convinzioni? Forse.
Ma, quando gli eventi precipitano, la distanza tra ciò che si è e ciò che si vorrebbe essere diventa più grande di quanto si possa immaginare.

Quando ho letto questa sceneggiatura sono rimasto colpito da una strana sensazione di fastidio. Non riuscivo a capire cosa me la provocasse…quasi un freddo nelle ossa che, rileggendo più volte la sceneggiatura, mi ha fatto capire che tutta la storia era pervasa da una condizione di “assenza”. Tutto era così normale da risultare anomalo, così equilibrato da essere disarmonico, così enigmaticamente ovvio.
Mi sono sempre chiesto se nella nostra società esistano ancora classi sociali. Apparentemente no, apparentemente siamo solamente divisi tra chi ha i soldi e chi non ce li ha. Ma ognuno di noi comunica all’altro a che cerchia appartiene e, quasi per caso, passa tutta la vita circondandosi di gente della sua stessa “specie”. “La bella gente” è proprio questo. (Ivano De Matteo)

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