L’arte della felicita’
PRIMA VISIONE
Sotto un cielo plumbeo, tra i presagi apocalittici di una Napoli all’apice del suo degrado, Sergio, un tassista, riceve una notizia che lo sconvolge. Niente potrà più essere come prima. Ora Sergio si guarda allo specchio e quello che vede è un uomo di quarant’anni, che ha voltato le spalle alla musica e si è perso nel limbo della sua città. Il taxi diviene il microcosmo in cui si rinchiude per fuggire al suo mondo, ma dentro cui il mondo entra ed esce attraverso i suoi passeggeri. Mentre fuori imperversa la tempesta, l’auto comincia così ad affollarsi di ricordi, di speranze, di rimpianti, di nuove occasioni. Ora sa chi sono i passeggeri: sono anime, fantasmi, memorie, strade. Oppure sono messaggeri di un sole che nasce altrove e portano con sè la rivelazione di ciò che è oltre il confine del proprio parabrezza. Prima o poi la pioggia smetterà di cadere ed il cielo si aprirà. E da lì verrà la fine. O tornerà la musica.
Presentato all'ultimo Festival di Venezia e vincitore del premio come Miglior Opera prima al Raindance Film FEstival di Londra. Un'opera coraggiosa tutta made in Napoli che tratta temi importanti e profondi come i ricordi, il passato, il rapporto tra fratelli.
"E' la storia di una rivoluzione, di un giro inutile intorno al proprio sole – spiega il regista – o meglio ancora di una rivelazione, di cosa è il mondo quando smetti di girare. Di come il vivere sia soltanto percezione ed il morire solo un modo per cambiare".