Un film di
Alessandro Rossetto
Con
Maria Roveran, Roberta Da Soller, Vladimir Doda
Genere
drammatico
Durata
110'

Il Nord Est agricolo e operaio, il Veneto indipendentista e xenofobo, dell'integrazione e della disintegrazione, del lavoro e della crisi, piccola patria che potrebbe essere ovunque, in Italia, in Europa, nel mondo. E' qui che durante una calda estate, due ragazze – Luisa e Renata – diventano protagoniste di una storia di ricatti, e amori traditi. Entrambe vorrebbero andar via, in mezzo a loro c'è Bilal, fidanzato albanese della prima, inconsapevole "strumento" di una vendetta che non farà prigionieri. Dopo anni di attività documentaristica, Alessandro Rossetto dirige il suo primo film di finzione: inevitabilmente figlio della pregressa esperienza, che insieme agli studi di antropologia, contribuisce in maniera determinante a caratterizzare un grande esordio, essenziale e rigoroso, seppur basato su una sceneggiatura scarna (meno di 70 pagine, firmate dal regista con Caterina Serra e Maurizio Braucci) e affrontato – come ricordato dallo stesso Rossetto – con un "approccio fisico, con la volontà di creare un vortice estivo che legasse improvvisazione e osservazione, ricerca e creazione dei personaggi". Dove il reale e la finzione si mescolano, dove l'apertura al mondo e l'iperattività di Luisa (l'attrice e cantante Maria Roveran, anche autrice e interprete di due brani della colonna sonora del film) si scontrano con la rassegnazione e l'inerzia degli adulti (non a caso il padre della ragazza sembra immobile anche quando cammina), creando un conflitto che non è più, non solo, quello tra autoctoni e stranieri, ma tra più mondi. Conflitto che potrebbe esplodere in ogni istante, ovunque, in qualsiasi piccola patria del pianeta. E che nel racconto di Rossetto, al quale va riconosciuta anche una superba direzione degli attori, è scandito anche da una notevole colonna sonora, a cura di Paolo Segat, Alessandro Cellai e la già citata Roveran, impreziosita da due opere tradizionali ("L'Aqua ze morta" e "Joska la rossa") recuperate e rinnovate dal compositore e maestro vicentino Bepi De Marzi, usando il dialetto veneto per i testi.

di Valerio Sammarco

In concorso alla 70. Mostra internazionale d'arte cinematografica di venezia (2013) nella sezione 'Orizzonti'.

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