Con
Emanuele Maniscalco (Batteria)Paolo Biasi (basso elettrico)Maurizio Rinaldi (chitarra elettronica)Karsten Lipp (chitarra, elettronica)Dan Kinzelman (sax tenore, clarinetto)Francesco Bigoni (sax tenore, clarinetto)

JAZZ IN EDEN

Ultimo appuntamento del secondo trimestre.

Slow Band è un gruppo di improvvisazione formato da Emanuele Maniscalco nel 2005.

Per alcuni anni, con diversi musicisti (tra cui Francesco Bearzatti, Enrico Terragnoli, Walter Beltrami, Gianluca Petrella), traendo ispirazione dalle musiche di Paul Motian, Bill Frisell, Jim Black (e altri artisti di confine tra jazz, folk, rock e sperimentazione), Maniscalco ha lavorato su un repertorio prevalentemente costituito da brani originali e canzoni.
Nell’estate del 2007 Slow Band ha affrontato il suo primo concerto interamente improvvisato, decidendo quindi di iniziare un percorso di abbandono delle forme e di ricostituzione estemporanea delle stesse.

Oggi, nella sua formazione variabile dal trio al sestetto, Slow Band si colloca fuori da un’etichetta stilistica costante: non è un gruppo jazz, sebbene tutti i suoi componenti provengano dalla pratica degli standards e dallo studio dei maggiori clichés della musica afro-americana; non si tratta nemmeno di un gruppo rock, perché privo di quella meticolosa scrittura e ripetibilità tipica dei suoi migliori protagonisti; i puristi della sintesi del suono e delle architetture elettroniche forse troveranno questo lavoro troppo umano per poterlo ascrivere alla propria poetica. Slow Band ama la melodia pura, ma anche il disordine, il soraffollamento di suoni.
Slow Band è anche una cover band, ma non vi staremo a dire di chi.
Per Slow Band il rumore è come un nuovo sistema temperato. Ogni definizione univoca per Slow Band lascia il tempo che trova.
I suoi equilibri interni lasciano pensare a un ensemble da camera, con una strumentazione e un sound jazz-rock; ma anche questo potrebbe condurre a qualche equivoco.
Slow Band è in quanto suona: attraversando dinamiche nettamente contrastanti, ritmi pesanti ed elegie cameristiche, tonalità primitive e dissonanze, fastidio e orecchiabilità, vi tiene lì, sospesi.

Ingresso libero