11 Gennaio 2025 - 18:00 / Sala 1 /

Valentina Petrillo è un'atleta transgender ipovedente. Nel 2019 ha iniziato la sua transazione farmacologica verso il genere femminile. Nel 2021 è stata la prima atleta transgender a partecipare ai Campionati Paralimpici Europei in Polonia. Il film racconta il suo sogno sportivo e la sua battaglia contro l’indifferenza e il pregiudizio.

Info

Un film di
Elisa Mereghetti, Marco Mensa
Origine
Italia 2023
Durata
79′
Genere
Documentario

Sarà presente in sala Valentina Petrillo, moderata da Francesca Svanera, con un’introduzione di Raphael Carè. In collaborazione con Arcigay Orlando Brescia.

PRIMA VISIONE

Valentina Petrillo, atleta ipovedente, si è sempre percepita come una donna, anche quando correva e vinceva gare nella categoria maschile. Per molto tempo ha cercato di adattarsi a ciò che la società le imponeva, ma nel 2018, a 45 anni, decide di intraprendere un percorso di transizione. Per continuare a correre, e per poterlo fare nella sua categoria di elezione, quella femminile, avvia una lunga battaglia con le federazioni sportive italiane, chiedendo loro di rispettare le linee guida internazionali sulla partecipazione delle persone transgender allo sport. Oggi è la prima atleta transgender italiana a gareggiare a livello internazionale nella categoria femminile. La sua storia è apparsa in centinaia di articoli e trasmissioni televisive in Italia e all’estero, e la sua coraggiosa sfida ai dettami sociali è di ispirazione per molte persone. Nonostante le avversità, il suo sogno di partecipare ai Giochi Paralimpici continua a darle la forza per andare avanti.

Ingresso ridotto per tesserat* ARCIGAY

La protagonista

Valentina è una persona disabile che corre veloce, perché ha trovato nella pratica sportiva la condizione che la fa sentire in pace. Valentina è una donna: non importa se per nascita o per scelta, la differenza in fondo non è così grande. Valentina non è un maschio fallito: aveva in mano tutti i simboli della mascolinità tradizionale (lavoro, famiglia, casa, successi sportivi), ma è stata pronta a mettere in discussione ogni cosa.

La sua non è una storia di realizzazione trans, ma la storia di un percorso personale lungo e complesso. Una storia di formazione basata su una doppia presa di coscienza: dell’essere donna, e al contempo dei limiti che la società ancora oggi impone alle donne in virtù del loro essere “sesso debole”.

Emblematico da questo punto di vista il valore-soglia delle “5 nanomoli” che abbiamo scelto come titolo del film: nel mondo dell’atletica leggera, 5 nanomoli per litro è la concentrazione limite di testosterone consentita alle atlete che intendano gareggiare nella categoria femminile. Un confine simbolico tra maschile e femminile. Un confine certamente inadeguato per definire la complessità di una vicenda sportiva e umana come quella di Valentina.

Trailer

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