22 Gennaio 2023 - 10:30

Il più bel film musicale di tutti i tempi, in versione restaurata 4K. Il film ha ottenuto 2 candidature ai Premi Oscar

Informazioni e Prenotazioni
Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria:

Info

Un film di
Stanley Donen, Gene Kelly
Con
Gene Kelly, Cyd Charisse, Debbie Reynolds, Donald O’Connor, Jean Hagen
Origine
USA, 1952
Durata
103′
Versione
in lingua originale con sottotitoli in italiano

Inaugurazione ufficiale alla presenza delle autorità

ore 10.00 taglio del nastro
ore 10.30 inizio proiezione

VERSIONE RESTAURATA IN 4K

Don, un giovane attore di varietà, viene ingaggiato per affiancare la bellissima attrice Lina Lamont in un film muto e la pellicola ottiene uno strepitoso successo. Lina si innamora di Don ma quando questi conosce Kathy, una giovane cantante e ballerina e si innamora di lei, la gelosia di Lina è incontenibile e l’attrice cerca di fare licenziare la rivale. Nel frattempo il cinema sta vivendo il passaggio dal muto al sonoro e il produttore, poiché non vuole rimanere indietro, mette in lavorazione un film parlato. Le parti principali vengono assegnate a Don e Lina, ma lei ha una voce inadatta al mezzo cinematografico. Cosmo Brown, amico di Don, propone di far doppiare Lina da Kathy: il film ha un successo strepitoso e gli attori vengono invitati a cantare le canzoni davanti a un pubblico. Kathy, nascosta dietro una tenda, doppia Lina, ma…

L’onirismo della grande tradizione del musical hollywoodiano era negli anni andato vieppiù svanendo, mentre per forza di cose era invece rimasta la stilizzazione del canto e della danza. Il lavoro di Donen e Kelly, e specificamente Singin’ in the Rain, si situa in questo periodo di declino che però – bisogna notarlo – non è, o non è ancora, un momento di crisi. Anzi, proprio fra i Quaranta e i Cinquanta la MGM, casa-leader in ambito di musical, sfornerà una serie di pellicole forse non sempre eccelse ma comunque brillanti e gradevoli (talora addirittura sfarzose) che contribuiranno non poco a identificare il genere con la casa stessa. In effetti, i musical della Metro, poco importa il regista o la qualità dei singoli esiti, esibiscono tutti – senza distinzione – un look preciso e riconoscibile, una qualità patinata, coloratissima, smaltata, lucida e gaia quale nessuna altra produzione poteva vantare. Si osservi un prodotto contemporaneo della Columbia o della Fox: nessuno di essi esibisce l’accattivante morbidezza visiva di un musical Metro. I colori sono più cupi e gratinanti, e comunque meno nitidi e addolciti (Columbia), oppure decisamente vivaci ma di una qualità realistica che non basta il forte sfavillio delle luci a rendere gradevolmente fantasiosi e onirici. […] Singin’ in the Rain è nel suo insieme una forte, eloquente metafora di un’altra condizione critica del cinema hollywoodiano. Insomma, trattando della grande crisi causata dall’avvento del sonoro, il film allude in realtà a un’atmosfera e a una problematica che si riferiscono invece a una crisi, di altra natura ma non meno preoccupante, che si sarebbe verificata vent’anni dopo. […] Singin’ in the Rain è dunque una pellicola nostalgica, la rivisitazione di un passato forse non molto lontano nel tempo, ma situato ad anni-luce di distanza quanto a gusto, mentalità, moda, e naturalmente anche tecnologia.
Così lontano che la sequenza d’apertura con un’inquadratura dall’alto in campo lunghissimo della zona del Grauman ha il sapore di una scena presa di peso da un cartone animato: i colori, le luci, i movimenti in lontananza, le linee architettoniche non sembrano affatto veri (ricreati), ma appartengono piuttosto a un altro ordine di immaginario, quello di una realtà trasfigurata da una fantasia colorata e infantile, rutilante e microscopicamente grandiosa.

Franco La Polla

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