Come pietra paziente
26 Aprile 2013 - 17:00
26 Aprile 2013 - 20:40
26 Aprile 2013 - 22:30
27 Aprile 2013 - 21:00
28 Aprile 2013 - 18:00
28 Aprile 2013 - 21:00
29 Aprile 2013 - 21:00
La 'syngué sabour' nella tradizione popolare afghana è la 'pietra paziente' cioè una pietra magica alla quale è possibile raccontare tutti i segreti, le sofferenze, le difficoltà. La pietra si carica di queste rivelazioni fino a quando si frantuma. Così la storia raccontata da Atiq Rahimi, scrittore e regista afghano in asilo politico in Francia dal 1984.Rahimi porta sullo schermo il suo romanzo "Pietra di Pazienza" dove racconta del "dialogo" di una donna afghana con il marito in coma. Ai piedi delle montagne attorno a Kabul, la donna inizia un lungo, doloroso ed accorato monologo, che la porterà ad una graduale consapevolezza di se stessa, verso la scoperta di una femminilità fino ad allora implosa se non negata. Piccolo miracolo di tecnica, girato come detto quasi tutto tra le pareti di una stanza, il film è impreziosito dalla fotografia limpida ed espressiva di Thierry Arbogast (il fotografo che da sempre lavora con Luc Besson) e dalla interpretazione della bravissima Golshifteh Farahani, ormai affermata attrice che si districa nella difficilissima parte con grandissima maestria. Il suo è un personaggio che ci rimane nel sangue e nelle ossa, grazie a quel misto di rabbia e sottomissione, desiderio di rivalsa e attaccamento alla tradizione, accettazione del dolore e ricerca del piacere che ci conduce e ci accompagna fino alla scelta finale.