“Con amore e cura grandissima”. Il restauro dell’albumina della Chiesa dei Miracoli di Giacomo Rossetti
Dal 23 Settembre 2021 a 17 Ottobre 2021
Ritorna dopo il restauro la grande opera (300x250 cm) - costituita da oltre 200 fotografie - che riproduce la facciata della Chiesa dei Miracoli di Brescia realizzata da Giacomo Rossetti (1807-1882).
L’esposizione
Dal 23 settembre al 17 ottobre 2021, quale ideale conclusione della IV edizione del Brescia Photo Festival, il Museo di Santa Giulia accoglie un’altra importante opera alla quale un attento restauro ha restituito rinnovata leggibilità.
Si tratta del grande collage di albumine (300×250 cm – oltre 200 pezzi) che riproduce la facciata della Chiesa dei Miracoli, realizzata dal fotografo bresciano Giacomo Rossetti (1807-1882), esempio unico dell’utilizzo del mezzo fotografico per la documentazione dell’architettura.
Il progetto, promosso da Comune di Brescia e Fondazione Brescia Musei, è stato finanziato con il contributo erogato dal bando “Strategia Fotografia 2020” della Direzione Generale Creatività Contemporanea (DGCC) del MiC – Ministero della Cultura. La mostra che ne è scaturita, “Con amore e cura grandissima” è curata da Roberta D’Adda, conservatrice della Fondazione Brescia Musei. I lavori sono stati realizzati da OpenCare Milano, con il coordinamento di Isabella Villafranca Soissons e sono iniziati lo scorso febbraio 2021.
L’opera di Rossetti, premiata con la medaglia di merito all’Esposizione Universale di Vienna del 1873, fu offerta in vendita al Comune di Brescia nel 1903 ed è parte della collezione dell’Archivio Fotografico dei Civici Musei d’Arte e Storia che consta di circa 4.000 vintage print, relative per lo più a monumenti e personaggi della storia cittadina.
Il grande collage della facciata dei Miracoli – composto da una serie di scatti ottenuti servendosi di una impalcatura e con particolari accorgimenti per garantire il rispetto dell’esatta scala di riduzione – fu composto incollando su una tela una serie di stampe fotografiche all’albumina tratte da negativi al collodio umido. I punti di giunzione furono risolti con parziali sovrapposizioni e attraverso l’uso del ritocco pittorico.
Dalle lastre fotografiche fu tratta anche una serie di tavole che, annunciata all’Ateneo cittadino nel 1870, fu lodata per l’ammirabile esattezza nella riproduzione della parte “più eletta e squisita” dei preziosi ornati rinascimentali, nonché per le spese e le fatiche veramente gravose che l’autore aveva affrontato per portare a compimento, “con amore e cura grandissima”, la monumentale impresa.