Dead man
16 Ottobre 2020 - 21:15
William Blake è un giovane che va a cercare lavoro nel West. Uccide accidentalmente un uomo e inizia un percorso che lo porterà alla morte in compagnia di un americano che ha studiato in Inghilterra e pensa di trovarsi al fianco del poeta omonimo. Jim Jarmusch ci racconta un West rabbuiato e cupo con forti allucinazioni visive in un film molto lontano dalle sue opere precedenti, ma fortemente personale.
È il migliore tra i visionari acid-western di quel periodo. Più che anomalo, è un film innovatore nel genere, specialmente nel rapporto con i nativi e la loro cultura. È un western lento, qua e là onirico con un BN più nero che bianco, paesaggi insoliti senza cielo, forti striature ironiche e grottesche, momenti di violenza risolti in modi sdrammatizzati, un eroe antieroico, un buffo tormentone sul tabacco che manca, dolente colonna musicale alla chitarra di Neil Young. Cerca la poesia e talvolta approda al poeticismo. Primo film di Jarmusch ambientato nel passato, non urbano, attraversato dalla violenza. E il più costoso (9 milioni di dollari). Primo western in BN dopo L'uomo che uccise Liberty Valance (1962). Premio Felix come miglior film non europeo del 1996. (Il Morandini)