Dio È donna e si chiama petrunya
03 Agosto 2020 - 21:15
LA PROIEZIONE È ANNULLATA CAUSA MALTEMPO
L'EDEN D'ESTATE
Il cinema all'aperto, la magia della notte in castello
Petrunija è laureata in storia, ha 32 anni, vive in una piccola cittadina macedone e non ha un'occupazione. Dopo l'ennesimo colloquio di lavoro andato male, la ragazza incappa casualmente nel bel mezzo di una cerimonia religiosa, alla quale posso partecipare solo uomini. Durante il rito una croce lignea viene gettata nel fiume e chi la recupera avrà un anno di felicità e prosperità. Petrunya, incurante delle conseguenze, decide di sfidare questa credenza religiosa maschilista e si tuffa nel fiume, raccogliendo per prima la croce. Tutti sono sconvolti: mai una donna aveva preso parte al rituale, lei è stata la prima e ha addirittura vinto. Mentre tutti gli abitanti del paese tentano di farle restituire la croce con modi più o meno "burberi", Petrunya non dà segni di voler cedere: quel cimelio ormai è suo a ogni costo.
In questo intenso film la regista, che ha scritto anche la sceneggiatura con Elma Tataragic, entra in un piccolo fatto di cronaca realmente accaduto e lo trasforma in una grande riflessione sulla difficoltà contemporanea a essere sé stessi e a trovare la propria strada, in un mondo di uomini chiusi nella loro mentalità angusta. […] Non c’è bianco e nero in questo film, ma c’è l’azzurro della solitudine e il niveo colore della purezza, c’è l’imperfezione normale del corpo e la perfezione ideale della vita, c’è la durezza di chi racchiude il mondo in una mano e di chi riacquista il sorriso perché, forse, è possibile una nuova vita, anche se già solcata da altri, come quella strada tracciata nella neve. (Emanuela Genovese, cinematografo.it)