Entr’acte cinema d’artista
06 Giugno 2013 - 21:00
Il cinema d’artista italiano e gli autori bresciani: Cavellini, Sarenco e Piavoli.
CAVELLINI IN CALIFORNIA, di Guglielmo Achille Cavellini, 1980, durata: 34,30’
Girato in 16 mm. da Ken Damy e poi rimontato secondo un canovaccio scritto dallo stesso GAC e letto dall'attore Aldo Engheben, il filmato, ora trasposto in formato elettronico, documenta la presenza di GAC come ospite d'onore al Festival californiano INTERDADA 80. Oltre alla sequenza diaristica degli incontri, con la parata celebrativa di Ukia e la visita a Dineyland, registra numerose performance eseguite in loco sia programmate che spontanee come la scrittura sul corpo dei partecipanti , l'esecuzione dei loro profili ed i travestimenti tipici dell'autore.
ALLAHU AKBAR, di Sarenco (Isaia Mabellini), 2004, durata: 7,30’
Nell'inverno del 2004 mi trovavo in Provenza, Francia, a casa del mio amico poeta Julien Blaine. Dopo cena la moglie Catherine mi fa ascoltare delle musiche e canzoni inedite registrate da una sua amica per il mondo. Tra queste canzoni e musiche c'è una canzone corale che mi impressiona: è un pezzo cantato da un gruppo di donne cecene (un inno d'amore e di guerra) per i loro uomini che combattono per l'indipendenza, amano e muoiono. Non capisco le parole ma la canzone mi emoziona. Decido di realizzare un video che abbia la stessa durata della canzone (7' 30''). Lo realizzo in un teatro di Roma in collaborazione con la compagnia teatrale diretta da mio figlio Sandro. L'idea è questa: i ceceni occupano con le armi il teatro di Mosca per un'azione contro l'occupazione della Cecenia da parte della Russia di Putin. Dentro ci sono: guerriglieri ceceni e spettatori russi. Per risolvere il problema Putin ordina di gasare tutti, russi e ceceni.
Nel mio video si vede solo la presenza dei ceceni morti, con le loro armi in pugno. La staticità della morte è accompagnata dalla canzone-preghiera.
Il video è stato invitato da Harald Szeemann alla Biennale di Siviglia del 2004, dove ha riscosso un grande successo.
EMIGRANTI, di Franco Piavoli, 1963, durata: 12’
Il cinema di Piavoli è costantemente proiettato verso un altrove, verso qualcosa che può apparire vicino e lontano, emanazione di un esserci (della macchina da presa come dell’uomo) ed espressione di un linguaggio che arriva da lontano. È indefinibile. Difficile se non impossibile per il critico o per lo spettatore paragonarlo ad altri modelli. Sin dai cortometraggi girati negli anni Sessanta (da Le stagioni e Domenica sera a Emigranti ed Evasi), il regista bresciano costruisce i principi di un modo nuovo di partecipare all’esistenza. Nuovo in quanto la dialettica individuo-natura si traduce in dispositivo, trasformandosi in linguaggio filmico e in riflessione sul significato ultimo delle immagini.
In Emigranti, la precarietà degli emigranti in treno verso Milano, le attese e lo spaesamento in stazione, le coincidenze per raggiungere i posti di lavoro in Germania, Svizzera, Belgio, in un montaggio con ritmi da sinfonia.
I film verranno introdotti da Piero Cavellini cpn Ken Damy.
Ospite della serata FRANCO PIAVOLI.
Ingresso 3,00 euro.
Omaggio per chi si prenseterà alla cassa con il biglietto d'ingresso della mostra NOVECENTO MAI VISTO.