Europa 51
30 Gennaio 2014 - 20:45
Roma, secondo dopoguerra. Michele, figlio dei benestanti coniugi Irene e George Girard, cerca di attirare su di sé l'attenzione della madre, impegnata per i preparativi di una cena con amici. Quella sera, il ragazzino tenta il suicidio gettandosi dalle scale. In ospedale, Irene si ripromette di essere una madre migliore; poco dopo, il piccolo muore in seguito a complicazioni. Sconvolta e sotto shock, per Irene sarà l’opportunità per aprire gli occhi sulle miserie del mondo. Affronterà la povertà, l'emarginazione delle borgate, la delinquenza, l'alienazione della fabbrica, l'indifferenza e l'incomprensione degli uomini. Finchè per aver lasciato fuggire di un ragazzo, inseguito dalla polizia per aver commesso una rapina, Irene viene arrestata per favoreggiamento, e condotta in commissariato. Ma il marito, stufo delle sue assenze e del suo strano comportamento, dopo aver sospettato un tradimento con Andrea, arriva alla conclusione che Irene sia impazzita, e la fa internare in un manicomio.
Nell' Italia degli Anni 50, non era consigliabile parlare di comunismo al cinema. Se poi si metteva di mezzo la religione, i guai erano assicurati. Roberto Rossellini non finì in manicomio come la protagonista di «Europa ' 51», ma fu sottoposto a un linciaggio censorio e critico. Il film fa parte, con Stromboli e Viaggio in Italia, di una trilogia delle donne inquiete che hanno in comune la solitudine e viene definita un’opera del neorealismo interiore, una definizione che lascia intendere come la componente psicologica sia decisamente più importante.