Dal 27 Marzo 2025 a 27 Maggio 2025

Una rassegna dedicata al grande regista del cinema giapponese Shin’ya Tsukamoto, in occasione del sessantacinquesimo anniversario della sua nascita; un'opportunità unica per vivere sul grande schermo la mente e l'opera di uno dei cineasti più audaci e influenti del cinema giapponese e non solo. Un tributo al visionario maestro del cyberpunk giapponese, tra Lynch e Cronenberg, ispirazione per Aronofsky e The Substance.

Info

“It’s strange. Part of me loves a city like Tokyo, but part of me would quite happily destroy it.” – Shin’ya Tsukamoto

Due mesi – dal 27 marzo al 27 maggio – per riscoprire nove capolavori del maestro nipponico, in versione originale con sottotitoli in italiano.

Al via il 27 marzo con Hokage – Ombra di fuoco, l’ultimo film di Shinya Tsukamoto del 2023, un grido di dolore contro tutte le guerre acclamato nella sezione Orizzonti del Festival di Venezia 2023.

Da aprile in poi si ripercorre la carriera di Tsukamoto, partendo dal suo primo film, Tetsuo: The Iron Man prodotto nel 1990, (10 aprile), vero e proprio cult movie che esplora la mutazione del corpo umano attraverso l’invasione tecnologica, in un crescendo di angoscia e deformità; a seguire Tetsuo II: Body Hammer del 1992, (17 aprile), in cui Tsukamoto amplifica la combinazione di cyberpunk, horror e azione; Tokyo Fist del 1995, (24 aprile), presentato al festival di Locarno in Concorso, un intenso dramma psicologico che mescola violenza, erotismo e trasformazione, con uno stile viscerale e claustrofobico, che riflette sull’alienazione urbana e sull’identità; Bullet Ballet, sempre del 1995, (29 aprile), mescola dinamiche emotive e sociali, interrogando il rapporto tra potere, vendetta e autodistruzione. 

A maggio si riprende con A Snake of June del 2002 (6 maggio), Premio speciale della giuria al Festival di Venezia – Controcorrente, in cui, con un’estetica blu monocromatica e una regia intima, Tsukamoto esplora i confini tra voyeurismo, controllo e autodeterminazione; il 13 maggio è in programma Vital – Autopsia di un amore (2004), sempre dal Festival di Venezia – Orizzonti, dove Tsukamoto affronta temi profondi come la mortalità, il dolore e la connessione tra vita e morte, di grande poesia visiva unendo scienza e spiritualità.

Il 20 maggio è la volta di Kotoko (2011), Miglior Film al Festival di Venezia, Sezione Orizzonti: qui Tsukamoto indaga il dolore, la maternità e la lotta per la sanità mentale, offrendo un ritratto crudo e poetico della vulnerabilità umana, dove la dolcezza si mescola con una violenza crudele e senza limiti; e infine il 27 maggio si chiude la rassegna con Zan – Killing (2018), in Concorso al Festival di Venezia e con uno stile intimo e realistico, il film esplora la fragilità umana e il costo emotivo della guerra, sovvertendo i canoni del genere.

In occasione della retrospettiva, Nuovo Eden offre al pubblico un incontro di approfondimento cinematografico a cura del critico Andrea Chimento; domenica 30 marzo 2025 alle 10.00 è infatto in programma la Colazione con il critico dedicata a Shin’ya Tsukamoto, ad ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria (cup@bresciamusei.com).

La rassegna è organizzata in collaborazione con l’associazione italo-giapponese Fuji.
Ingresso ridotto tesserat* FujiKai.

I film della rassegna

Colazione con il critico

Il regista: Shin’ya Tsukamoto

Shin’ya Tsukamoto, nato a Tokyo nel 1960, è uno dei registi più iconici e innovativi del cinema giapponese contemporaneo, celebre per capolavori come ha reinventato il linguaggio del cinema attraverso una miscela di immaginario cyberpunk, sperimentazioni visive e un’incredibile ricerca sull’alienazione dell’individuo nella società moderna. Dal body horror al noir, dall’eros al chanbara, dal romance metafisico al dramma allucinato.

Ogni film di Tsukamoto scoppia sullo schermo sovvertendo i canoni, ribaltando forma e contenuto secondo la sua precisa ed ineguagliabile cifra stilistica. 

Ogni inquadratura e ogni stacco di montaggio, contano più di qualsiasi parola. La sua estetica cruda e sperimentale, con riprese dinamiche e montaggi serrati, sfida i confini tra cinema mainstream e underground.

Regista, sceneggiatore, direttore della fotografia e montatore, film dopo film Tsukamoto non ha mai smesso di evolversi, aggiungendo ogni volta una sfumatura, un tratto, un livello di profondità nel suo personalissimo percorso autoriale, andando a esplorare gli angoli più bui dell’animo umano e della mortificazione della carne.

Dal body horror al noir, dall’erotico al film di cappa e spada, dal romance metafisico al dramma più puro, ogni film di Tsukamoto esplode sullo schermo sovvertendo i canoni, ribaltando forma e contenuto secondo la sua precisa ed ineguagliabile cifra stilistica per la quale ogni inquadratura e ogni stacco di montaggio contano più di qualsiasi parola.

Partendo dal  clima creativo e  sperimentale a cavallo tra Anni ‘70 e ‘80, prendendo ispirazione da David Lynch (Eraserhead) quanto da David Cronenberg (La Mosca) e cogliendo a pieno il radicale cambiamento del rapporto tra esseri umani e tecnologia, è diventato  a sua volta ispirazione per il cinema a venire, influenzando autori come Darren Aronofsky (con Tokyo Fist, del quale Requiem For A Dream è a tutti gli effetti un cripto-remake) e, più recentemente, le acclamate Julia Ducournau (Titane) e Coralie Fargeat (The Substance).

Il suo è il più puro cinema delle metamorfosi e della trasformazione, in cui forma e idea sono indistinguibili e dove ogni singolo istante è tumulto del corpo quanto della psiche.


Nato il 1° gennaio del 1960, forte di un talento precoce e cresciuto tra Kaijū Eiga (i film di mostri come Godzilla) e serie TV di fantascienza, Tsukamoto ha realizzato numerosi cortometraggi fin dalla preadolescenza, coniugando da subito urgenze espressive personali, spettacolarità e mezzi di produzione limitati, arrivando col tempo ad affinare uno stile inconfondibile e mai fine a sé stesso, incentrato sulla sensazione, il tumulto e la potenza stessa di immagini e suoni.

Oltre che protagonista di molti suoi film, ha recitato per autori connazionali come Takashi Miike, Takashi Shimizu e Hideaki Anno, mentre è del 2016 la sua prova attoriale di maggior rilievo in Silence di Martin Scorsese.

Tetsuo (1989) è il suo primo lungometraggio ufficiale, vincitore osannato al Fantafestival di Roma, pur proiettato senza sottotitoli. Proprio dall’Italia parte la carriera internazionale di Tsukamoto, porto sicuro anche nei decenni a venire, tra passaggi televisivi su Fuori Orario e le tante partecipazioni alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.