11 Marzo 2023 - 18:00 / Sala 1 /

In fondo al Delta del Po, in un paese che vive grazie alla pesca delle vongole, un gruppo di sedicenni è conteso fra scuola e lavoro. Vincitore del Premio Solinas al Miglior documentario.

Info

Un film di
Francesca Sironi, Alberto Gottardo
Origine
Italia, 2022
Durata
73′
Genere
Documentario

Saranno presenti in sala i registi Francesca Sironi e Alberto Gottardo e il distributore di Trent Film Pietro Liberati.

PRIMA VISIONE – IL CINEMA DEL REALE

Un mondo chiuso, circondato dall’acqua, dove tutti gli abitanti lavorano nella raccolta delle vongole. È Goro, in fondo al Delta del Po. Qui vivono i protagonisti di “Fortuna granda”, un gruppo di adolescenti iscritti a un istituto professionale aperto per combattere la dispersione scolastica. I ragazzi si muovono cercando il proprio spazio dentro un destino che sembra già determinato. È con i loro occhi che il film guarda alla comunità degli adulti, ai padri che li aspettano in laguna, alla scuola che prova a trattenerli, a un futuro che pare lì da sempre.

Note di regia

“Fortuna granda” è nato nel 2017: ci trovavamo nel Delta del Po per un reportage
sugli adolescenti della provincia di Ferrara quando siamo arrivati a Goro e abbiamo intravisto i confini di una comunità unica, chiusa sia geograficamente (ci arriva una sola strada), che economicamente (per via della ricchezza delle vongole, arrivata negli anni ‘80). Poco dopo abbiamo scoperto il record di dispersione scolastica del paese. Avanzando su queste domande abbiamo incontrato il corso avviato da Giovanni Lolli, e la classe Pesca dell’Istituto professionale.
Alessandro, Gioele, Matteo e Samuel sono diventati subito i protagonisti del film, al primo incontro. Abbiamo iniziato le riprese con il solo desiderio di ascoltarli. Non ci interessava analizzare i ragazzi, studiarli. È piuttosto nell’adesione alla voce dei protagonisti, al loro punto di vista, che abbiamo voluto dare forma al film. Il Delta che abbiamo visto insieme a loro non è paesaggio: è abitudine, muro o gioco. Per questo non abbiamo cercato di estetizzare il contesto naturale. O la scuola, che è complessa, anti-retorica, non ha posizioni facili. Abbiamo lavorato così, costruendo spazi di fiducia, confrontandoci continuamente con l’esperienza, senza precostruzioni. Nel riflettere sulla rappresentazione, durante le riprese e il montaggio, ci sono stati però elementi che non abbiamo mai messo in discussione. Fra questi il dialetto: la possibilità di usare la lingua madre, il Goranto, è stata fin da subito centrale nel nostro rapporto.

Trailer

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