Humus
Dal 15 Maggio 2021 a 30 Settembre 2021
Il progetto "Humus", a cura di Gianni Pezzani, rappresenta una serie fotografica dedicata al mondo vegetale e in particolare agli alberi.
La mostra
Fotografie di Gianni Pezzani
A cura di Andrea Tinterri
Ci sono due ragioni per cui Gianni Pezzani nel 2004 inizia il progetto Humus, una serie fotografica dedicata al mondo vegetale e in modo particolare agli alberi. Una prima che definirei didascalica, ossia conseguenza diretta degli studi condotti da ragazzo in agronomia. Un percorso universitario che lo ha avvicinato alla natura ma anche alla chimica, conoscenza, quest’ultima, che si rivelò fondamentale per le sperimentazioni sui viraggi fotografici iniziati sul finire degli anni Settanta. Ma c’è una seconda ragione che giustifica la presenza della natura e degli alberi nella ricerca di Pezzani, una ragione letteraria. Il suo interesse per la lettura e per la scrittura (l’archivio personale comprende una vasta raccolta di racconti mai pubblicati) è evidente nella serie iniziata nel 2009 e tutt’ora in corso Mouches à lire ma anche nel progetto Humus, seppur in maniera silente, quasi sottotraccia. Ci sono alcuni racconti che definiscono il perimetro letterario del progetto e che ne scandiscono la matrice simbolica, o meglio metaforica. Si tratta di alcuni racconti brevi di Franz Kafka e in modo particolare uno scritto tra il 1904 e il 1905, Alberi.
Gli alberi di Gianni Pezzani sono i personaggi di un racconto, sono la metafora di un’apparenza, sono storie centenarie che potrebbero sradicarsi da un momento all’altro cedendo alla morte. Gli alberi sono un inganno, una scrittura ambigua testimone di una solidità solo apparente, di una tenacia e una resistenza temporanea, come lo siamo noi. Ostinatamente aggrappati, irrimediabilmente vulnerabili.
Andrea Tinterri
Chi è Gianni Pezzani?
Gianni Pezzani è nato il 18 giugno 1951 in Provincia di Parma. Ha frequentato l’Università degli Studi di Firenze dove nel 1979 si è laureato in Scienze Agrarie. La buona conoscenza della chimica gli consente di affrontare la ricerca sui viraggi fotografici a cui, sul finire degli anni ’70, inizia ad interessarsi. Questo percorso lo porta ad essere uno dei primi fotografi in Italia ad approfondire lo studio sul colore affrancandosi dal predominio del bianco e nero.