07 Ottobre 2021 - 21:00

08 Ottobre 2021 - 19:00

Informazioni e Prenotazioni
I biglietti sono in vendita presso il Nuovo Eden tutti i giorni di proiezione a partire da mezz'ora prima dell'inizio dello spettacolo.
Un film di
Kristina Lindström, Kristian Petri
Con

Björn Andrésen

Genere
Documentario
Durata
93'

Nel 1970, il sessantaquattrenne Luchino Visconti è in cerca dell'imberbe protagonista del film che da tempo vuole trarre dal romanzo di Thomas Mann, Morte a Venezia. Dopo quattro anni di provini in mezza Europa, finalmente lo trova a Stoccolma: è l'esordiente Björn Andrésen, ha quindici anni e per il regista milanese incarna la bellezza perfetta di Tadzio, il ragazzino algido che sulla pagina von Aschenbach, artista in disfacimento fisico, desidera e contempla da lontano. Presentando il film in anteprima a Londra l'anno dopo, Visconti descrive Andrésen come "il più bel ragazzo del mondo", e la definizione inchioda il giovane attore, la cui immagine è "di proprietà" da Visconti per tre anni, non solo all'attenzione ossessiva dei media, ma di uomini attratti dal modello etereo e inaccessibile di Tadzio. Lo aspettano il clamore del Festival di Cannes, una maturità alla ricerca di affetti mai avuti e una tournée micidiale in Giappone, dove l'immagine di "angelo della morte" ispirerà perfino il manga Le rose di Versailles, meglio noto da noi come Lady Oscar: lo ammette la sua stessa autrice, Riyoko Ikeda, orgogliosa di aver inconsciamente colto la costitutiva tristezza di Andrésen.

Molti sono i momenti di fascino e interesse nel documentario ibridato di fiction dei due filmmaker svedesi Kristian Petri e Kristina Lindström. L'idea più riuscita di regia è quella di trasformare e riscrivere uno spazio mitico come l'Hotel Des Bains del Lido di Venezia in un set orrorifico, un incubo di decadenza e abbandono, facendone il correlativo oggettivo della biografia di Björn Andrésen. Aspirante musicista, attore "per caso", ragazzino sopravvissuto a traumi infantili, allo sfruttamento degli adulti in un momento di massima esposizione e alla condanna ad essere amato per una bellezza assoluta, glaciale e inquietante, da "angelo della morte". Un'ambientazione, quella lagunare, sfruttata anche nel finale toccante e ben compiuto. (Raffaella Giancristofaro, MyMovies.it)

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