Il sorriso del capo
11 Gennaio 2012 - 21:00
Accompagnati dalla voce narrante di Riccardo Bechis, padre del regista. In quel tempo borghese "medio", residente proprio a Torino. L'intero film documenta la cura posta dal regime nel proporre e manovrare una complessa macchina del consenso, che non trascura nessun luogo e nessuno strumento di propaganda. La scuola, anzitutto, e poi i media allora più popolari. La radio, i giornali, il cinema. Veicoli di miti attraenti perché "comuni" alla "gente comune". La Famiglia, la Patria, la Nazione. La Modernità. Riassunte, tutte insieme, nella persona del Capo.
Un film utile oltre che suggestivo. Per non dimenticare. Contro l'abitudine di rileggere il passato selettivamente e strumentalmente. Di condannarlo oppure rivalutarlo in base alle pulsioni e agli interessi del presente.
L'intima indagine, attraverso il materiale dell'Istituto Luce, sul rapporto tra Benito Mussolini e il suo gregge. Sorride e quita la folla oceanica sotto di lui. La eccita, la scatena e di nuovo la placa con docile paternalismo. Per poi scatenarla di nuovo con i motti: credere, obbedire, combattere. E' il Duce osservato e scrutato nel suo rapporto unico, intriso di amore pazzo con gli italiani.
Presentato all'ultimo Torino Film Festival.
Ingresso libero
Serata organizzata da CGIL Camera del Lavoro di Brescia