12 Maggio 2023 - 21:00 / Sala 1 /

Proiezione in occasione del centenario della nascita del critico d’arte Giovanni Testori, uno dei più importanti intellettuali del Novecento, alla presenza della regista Elisabetta Sgarbi e dell’aiuto-regista Eugenio Lio, in dialogo con il direttore di Fondazione Brescia Musei Stefano Karadjov e la Coordinatrice dei Settore Collezioni e Ricerca di Fondazione Brescia Musei Roberta D’Adda.

Info

Un film di
Elisabetta Sgarbi
Con
Toni Servillo
Origine
Italia, 2016
Durata
32′
Genere
Documentario

In occasione del centenario della nascita del critico d’arte Giovanni Testori, uno dei più importanti intellettuali del Novecento.

Giovanni Testori scriveva come “a Pisogne, a Breno, a Bienno Romanino tiri a far ‘cagnara’, non v’ha dubbio alcuno. Egli sembra costringere i suoi personaggi a venire sulla scena a furia di calci nel sedere; e non è meraviglia che, una volta lì, essi, tra impetuosa incapacità a organizzarsi, in lingua e vergogna, finiscano col gonfiar tutto; a cominciare dalle loro stesse membra per finire alle parole che ruttan fuori quasi nubi di fumetti odoranti d’osteria, e alle piume dei cappellacci, che si rizzano, unte e bisunte, come quelli di tacchini incazzati.”

Elisabetta Sgarbi torna da Girolamo Romanino, torna in Valle Camonica, dopo il suo lavoro sulla Via Crucis di Cerveno di Beniamino Simoni, avendo in mente le dense parole di Testori, e presenti le puntuali ricostruzioni teologiche di Giovanni Reale (che dimostrano la profonda conoscenza della materia di fede che aveva Romanino).

In La lingua dei furfanti compone in un unico film il ciclo di affreschi che Romanino realizzò, tra il 1532 e il 1541, a Pisogne, a Breno, a Bienno in provincia di Brescia; e prende sul serio quello scambio di vita e forma che sprigiona l’energia degli affreschi di Romanino nelle tre chiese: torna tra le case e tra la gente di quei borghi che anche Romanino doveva aver osservato a lungo e, infine, ritratto; li rimette all’opera e li tratta come pittura, per dare nuova vita alla pittura, già impetuosa, di Romanino; e continuando in quello scambio che attraversa l’avventura di Romanino in questa valle bresciana, riparata dal fulgore di Venezia e Roma, ma che non fa rimpiangere per un solo istante né l’una né l’altra.

“Un film ininterrotto, questo, che mi segue da anni. Anzi da cui sono inseguita da anni, da prima di conoscere la Valle Camonica, da prima di conoscere Romanino: da quando mio zio Bruno, mia madre Rina, e poi mio fratello Vittorio, si arrampicavano sin lassù, precedendomi. Così che questo film, così personale nei modi, mi sembra una strana biografia familiare, un mio nascosto romanzo di formazione, che ho condiviso con un altro amico e compagno di avventure, Giovanni Reale.” — Elisabetta Sgarbi

Sarà presente in sala la regista Elisabetta Sgarbi e l’aiuto regista Eugenio Lio, in dialogo con il direttore di Fondazione Brescia Musei Stefano Karadjov e la Coordinatrice dei Settore Collezioni e Ricerca di Fondazione Brescia Musei Roberta D’Adda. 

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