Le immagini, accompagnate da brevi testi, sollecitano una riflessione sul significato del tempo nelle sue diverse accezioni, alla ricerca dei segni lasciati sui monumenti ma anche, in senso traslato, sul genere umano. Il valore terapeutico della bellezza è oggi sostenuto da ampia letteratura scientifica e il poter godere di questi luoghi della memoria in uno spazio dedicato storicamente alla cura dell’uomo può rafforzare i benefici della medicina, grazie alla forza positiva dell’arte.
Tracce, modifiche, sovrapposizioni, danni, alterazioni, rifacimenti sono il suolo comune delle memorie, il terreno di senso su cui poggiano i nostri piedi. I giganti del patrimonio – monumentale e archeologico – sono testimoni totemici di questo lavorio lento, che solamente il tempo ci permette di cogliere. Osservare queste vestigia spesso collegate da sottili fili rossi, invisibili a uno sguardo fugace, ci aiuta a trovare un posto nel tempo, riconoscendo quanti ci hanno preceduto e misurandoci con questa eredità dal valore universale.