Dal 18 Giugno 2024 a 03 Novembre 2024

L’esposizione temporanea del disegno di Andrea Mantegna raffigurante la "Deposizione" si inserisce entro il programma PTM ANDATA E RITORNO, il format di Fondazione Brescia Musei che trasforma le “partenze” collegate alle richieste di prestito in “arrivi” di opere ospiti: un’occasione per accogliere nelle sale della Pinacoteca capolavori che dialoghino con la collezione permanente, dando l’opportunità a bresciani e turisti di reinterpretare costantemente secondo nuove chiavi di lettura e nuovi punti di vista le sale del Museo.

Informazioni e Prenotazioni
Il CUP – Centro Unico Prenotazioni risponde dal lunedì al sabato dalle 10.00 alle 18.00. Festivi esclusi.

La mostra

Un’iniziativa promossa da:
Comune di Brescia, Fondazione Brescia Musei, Alleanza Cultura

A cura di: Roberta D’Adda

Testi di: Nicola Turati

Presso la sala I della Pinacoteca Tosio Martinengo viene ospitato il foglio più prezioso della civica collezione dei disegni: un’opera che ha rappresentato le collezioni bresciane nel mondo, tra New York, Londra, e Parigi, e in Italia è stata chiamata a partecipare alle più importanti mostre che negli ultimi decenni sono state dedicate ad Andrea Mantegna, come le esposizioni di Torino e Verona.

Abitualmente custodita, per ragioni di conservazione, nei cassetti del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe, resterà ora temporaneamente esposta nello spazio di solito riservato al San Giorgio e il drago, anch’esso opera iconica delle nostre collezioni e anch’esso datato intorno al 1460, che sarà ospite nei prossimi mesi della ventesima mostra Internazionale d’arte di Illegio (Udine).
Si tratta di un’occasione eccezionale, dal momento che a quanto risulta a oggi dalle indagini bibliografiche e d’archivio il disegno non è mai stato esposto a Brescia.

L’opera

Il disegno,  fornisce uno straordinario esempio dell’instancabile attività grafica di Andrea Mantegna, personalità cruciale per la diffusione in Italia settentrionale delle novità prospettiche e del gusto antiquario propri del Rinascimento italiano, e si inserisce in una vasta sequenza di studi grafici dedicati da Mantegna al tema del Cristo morto.

L’artista, come evidenziano le numerose variazioni in corso d’opera, indaga e definisce progressivamente la composizione della scena: il corpo morto del Salvatore, scorciato in diagonale, è calato nel sepolcro da due pie donne che lo reggono con un lenzuolo, mentre altre due figure appena visibili, da riconoscere in Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo, accolgono la salma nella fossa. Al centro, in atteggiamento di preghiera, la Vergine si prostra con le mani giunte verso il corpo del figlio.

Il disegno è tracciato a penna, con grande velocità, nel tentativo di fissare in presa diretta l’idea sul foglio. Il tratto, in perfetta coerenza con altre prove grafiche di Mantegna, è corposo, aggressivo, talvolta caotico, eppure “costruttivo”. I volumi sono resi per via di chiaroscuro, attraverso ombre che, definite dal tipico tratteggio mantegnesco, si fanno più fitte e più rade, più marcate e più tenui a seconda del variare della luce e in relazione alle esigenze formali perseguite dall’artista: in questa chiave si può leggere l’addensarsi delle ombre che definiscono il corpo morto di Cristo, funzionali a restituirne un effetto di solidità scultorea.

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