PTM A/R “Due scene socratiche” di Giovanni Battista Gigola
Dal 11 Marzo 2025 a 09 Gennaio 2026
L’esposizione temporanea di "Due scene socratiche" di Giovanni Battista Gigola si inserisce entro il programma PTM ANDATA E RITORNO, il format di Fondazione Brescia Musei che trasforma le “partenze” collegate alle richieste di prestito in “arrivi” di opere ospiti: un’occasione per accogliere nelle sale della Pinacoteca capolavori che dialoghino con la collezione permanente, dando l’opportunità a bresciani e turisti di reinterpretare costantemente secondo nuove chiavi di lettura e nuovi punti di vista le sale del Museo.

La mostra
A cura di: Fernando Mazzocca
Un’iniziativa promossa da:
Comune di Brescia, Fondazione Brescia Musei, Alleanza Cultura
In collaborazione con:
Ateneo di Scienze, Lettere e Arti di Brescia
La sala XX della Pinacoteca Tosio Martinengo, dedicata al Neoclassicismo, vede partire per il Musée National des Châteaux de Malmaison et de Bois-Préau i dipinti di Andrea Appiani che ospita abitualmente (la Madonna con Bambino dormiente del 1790 ca. e La toeletta di Giunone del 1810 ca.) e che figureranno all’importante mostra monografica Andrea Appiani (1754-1817). Le peintre de Napoléon en Italie (dal 16 marzo presso il Castello di Bois-Préau), curata da Rémis Cariel.
L’occasione ha così permesso di portare all’attenzione del pubblico, fino al prossimo 9 gennaio 2026, due opere abitualmente conservate nei depositi, di un artista anch’esso legato alla corte napoleonica, il bresciano Giovanni Battista Gigola nominato ritrattista in miniatura del viceré d’Italia, il principe Eugenio di Beauharnais.
Le opere
Le due sofisticate opere di gusto neoclassico di Giovanni Battista Gigola (1767-1841), protagoniste dell’esposizione e un unicum nella produzione dell’artista bresciano, sono riconducibili a un momento fondamentale della sua formazione artistica, ovvero il soggiorno trascorso a Roma nell’ultimo decennio del XVIII secolo. Nella città pontificia Gigola conobbe e frequentò i circoli e le accademie più all’avanguardia, dove si andava elaborando la poetica neoclassica, e recepì, grazie all’innata curiosità che lo contraddistingueva, gli stimoli che furono poi fondamentali per le sue originali sperimentazioni.
Il grado di aggiornamento e di inserimento di Gigola nell’ambiente romano è ben documentato dall’episodio dedicato al Convito di Agatone, con la scena di Alcibiade che incorona Socrate, derivato puntualmente da un magnifico disegno di Asmus Jacob Carstens (1754-1798) che probabilmente il bresciano ebbe modo di ammirare nel 1795, in occasione dell’esposizione delle opere dell’artista tedesco, la cui arte contraddistinta da una grande potenza visionaria esercitò una proficua influenza sui contemporanei. L’opera di Gigola qui esposta, traduzione fedele all’invenzione grafica di partenza, si caratterizza per i colori saturi e i toni smaltati in grado di esaltare i volumi delle figure. L’artista maturò una stupefacente sensibilità cromatica anche grazie alla conoscenza del dibattito sull’antica tecnica dell’encausto, che si sviluppò all’epoca nell’ambiente romano tra artisti, eruditi, antiquari.
Contestualmente a questa miniatura Gigola realizzò un pendant delle medesime dimensioni in cui rappresentò, in una composizione molto simile e con la stessa impronta stilistica, un soggetto classico ampiamente diffuso: Socrate rimprovera Alcibiade sorpreso nel gineceo. La sorprendente affinità tematica e formale tra le due miniature dedicate a soggetti socratici è riconducibile a due ipotesi alternative: Gigola potrebbe essersi ispirato a un altro acquerello di Carstens andato perduto nel corso del tempo o, a dimostrazione della maturità raggiunta al termine del soggiorno romano, essersi cimentato in una sua originale invenzione, comunque ispirata al prototipo cui aveva già reso omaggio.
Con l’occasione è stato possibile valorizzazione le due opere anche attraverso un intervento di restauro a cura di Licia Zorzella, Carla Valzelli e Elisabetta Mosconi, che ha interessato le superfici pittoriche e le cornici antiche. La restituzione della piena leggibilità dei soggetti consente di ammirare la perizia tecnica di Gigola, indiscusso maestro nell’arte della miniatura.