PTM A/R “La Nuda” di Giacomo Grosso
27 Maggio 2025 - 10:00
16 Novembre 2025 - 18:00
L’esposizione temporanea di "La Nuda" di Giacomo Grosso si inserisce entro il programma PTM ANDATA E RITORNO, il format di Fondazione Brescia Musei che trasforma le “partenze” collegate alle richieste di prestito in “arrivi” di opere ospiti. In questo caso, l’iniziativa non interessa le sale di palazzo Martinengo da Barco, sede della Pinacoteca, ma quelle di palazzo Tosio, dove il conte Paolo con la moglie Paola Bergonzi raccolse il nucleo originario della quadreria civica bresciana.

L’evento
A cura di: Giulia Paletti
Un’iniziativa promossa da: Comune di Brescia, Fondazione Brescia Musei, Alleanza Cultura, Ateneo di Brescia Accademia di Scienze, Lettere e Arti
La Pinacoteca Tosio Martinengo e l’Ateneo di Brescia Accademia di Scienze, Lettere e Arti fanno parte della: Rete dell’800 Lombardo
Presso le sale di Palazzo Tosio, oggi sede dell’Ateneo di Brescia Accademia di Scienze, Lettere e Arti, dove il conte Paolo Tosio con la moglie Paola Bergonzi raccolse il nucleo originario della quadreria civica bresciana, la partenza del dipinto Torquato Tasso legge il suo poema alla corte di Ferrara di Francesco Podesti diviene occasione per esporre un’opera abitualmente custodita nei depositi e che racconta un aspetto singolare della cultura ottocentesca, offrendo un inedito punto di vista sul patrimonio culturale cittadino.
L’opera Torquato Tasso legge il suo poema alla corte di Ferrara di Francesco Podesti è un’opera commissionata da Paolo Tosio per celebrare uno dei protagonisti della letteratura italiana. L’assenza del dipinto, concesso in prestito per la mostra “Ricchezza. Dilemma perenne” – ospitata presso la Casa delle Esposizioni di Illegio –, si trasforma nell’opportunità di portare all’attenzione del pubblico un’opera recentemente restaurata e riconsiderata dal punto di vista critico: La Nuda – replica autografa e di grande qualità del prototipo presentato nel 1896 da Grosso alla Triennale di Torino – riflette un gusto collezionistico di matrice borghese, posteriore all’esperienza di Tosio. Il dipinto incarna la sensibilità culturale e i costumi della fine del secolo: attraverso la sua esplicita carica erotica, esemplifica una fase significativa nell’evoluzione della raffigurazione pittorica del corpo femminile.
Questa iniziativa, che consente di portare all’attenzione del pubblico un’opera sin qui poco nota delle collezioni bresciane, conferma e rafforza la sinergia tra Fondazione Brescia Musei e Ateneo di Scienze, Lettere e Arti, rinnovando l’impegno congiunto nella promozione della conoscenza e nella valorizzazione del patrimonio culturale della città, capace di oltrepassare i confini locali e di testimoniare importanti traiettorie della storia socio-culturale italiana.
Giacomo Grosso
Giacomo Grosso (Cambiano, 1860-Torino, 1938), formatosi presso l’Accademia Albertina di Torino, sviluppò presto un linguaggio pittorico orientato alla resa del vero, sorretto da un solido virtuosismo tecnico. Intraprese numerosi viaggi animato da intenti di studio (tra Roma, Firenze, Venezia e Parigi), e nel 1889 ottenne la cattedra di Pittura all’Accademia Albertina. Con la sua produzione, Grosso si fece interprete dello stile di vita della borghesia — torinese in particolare — restituendone i gusti, la mentalità, le convenzioni sociali, ma anche le contraddizioni profonde.
L’opera
Il dipinto La Nuda, custodito nelle collezioni dei Musei Civici bresciani, è una replica fedelissima e di grande qualità, realizzata a inizio Novecento, di un’opera del 1896 conservata ora alla Galleria d’Arte Moderna di Torino: l’autore di entrambe è Giacomo Grosso (Cambiano, 1860-Torino, 1938), un pittore molto stimato per la sua abilità nella resa naturalistica della realtà.
Ne La nuda una giovane donna, distesa di spalle in una posa seduttiva, dissimula con grazia lo sforzo compiuto per torcere il busto e rivolgere uno sguardo languido verso l’osservatore. Il soggetto messo a punto dall’artista è esplicitamente sensuale, non si tratta di una delle tante Veneri sdraiate a cui ci hanno abituato secoli di storia dell’arte occidentale, ma semplicemente di una modella, di un corpo femminile costruito, seppur rielaborando colti riferimenti, come oggetto di contemplazione, compiacimento, privato di sovrastrutture simboliche. Questo genere di approccio era già stato sperimentato nel corso del XIX secolo, ma il dipinto all’epoca non mancò di suscitare scalpore e critiche, urtando la morale borghese. Nonostante le polemiche, l’opera fu apprezzata da una certa parte del pubblico: lo dimostrano le numerose repliche e varianti che l’artista eseguì per collezioni private. Tra queste, spicca per qualità e adesione all’originale proprio il dipinto conservato nelle collezioni museali bresciane. La sua presenza in città si deve alla generosa donazione di Aurelia De Beringer, vedova Tommaselli, che con una lettera datata 25 novembre 1946 volle così onorare il desiderio più volte espresso dal marito di lasciare alla “sua diletta città di Brescia un ricordo artistico”.
Informazioni
Orari di visita
Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria al link
Visite guidate tutti i sabati e le domeniche di apertura della mostra alle 15.30 e alle 17
Dal 29 maggio al 31 luglio e dall’11 settembre al 13 novembre ingresso libero anche il giovedì dalle 15 alle 17.
Per info:
+39 030 41006
Ateneo.brescia.it