Zena, Marzia Alfonso e Adriano, figli reietti di gente perbene si incontrano nella costosa Villa Bianca dove le loro famiglie li hanno spediti per farli diventare ‘normali’. È il 1990. l’Italia che conta balla ancora. Ma una tigre, scappata da chissà dove, si aggira libera e affamata. C’è chi balla, chi ama, chi guarda. E c’è chi uccide.
La violenza era come un cancro nelle nostre viscere privilegiate, si nutriva del potere dei nostri padri divorando la nazione. Ora tutto sembra più comico che tragico. Rossosperanza è nera come le nostre anime e rossa come il sangue che ha lavato i nostri peccati.
Annarita Zambrano, regista