Stitches – un legame privato
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19 Maggio 2021 - 15:00
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Scritto dall'autrice di "Dio è donna e si chiama Petrunya", vincitore dell'Europa Cinemas Label a Berlino, è un film che scava nelle emozioni per giungere fino alla speranza. Ana ha un piccolo negozio di sartoria a Nuova Belgrado, una figlia adolescente e un marito che lavora come guardiano notturno. Un appartamento grande il giusto, un ménage piccolo borghese, una quotidianità apparentemente senza scosse. Ma dentro di sé, da anni, la donna è rosa da un interrogativo: che fine ha fatto suo figlio? Morto subito dopo la nascita, diciotto anni prima, il bambino non le è mai stato mostrato. Ana non sa nemmeno dove sia stato sepolto, e per quanto provi a ricavare queste informazioni, la burocrazia dell'ospedale fa di tutto per ostacolarla. Lentamente Ana si convince che suo figlio non sia morto, ma che qualcuno lo abbia rapito. E tuttavia nessuno nella sua famiglia è disposta a crederle. Appoggiare la sua tesi, infatti, costringerebbe tutti a rinunciare a vivere la serenità del presente.
"Sono diventato padre per la prima volta nel 2001. Lo stesso anno, poco prima dell’evento più importante della mia vita, sono a venuto a sapere della storia dei rapimenti di neonati negli ospedali. Ho cominciato ad avere paura per quel figlio che stava per nascere, non solo per le domande più naturali (andrà tutto bene?), quanto piuttosto per il rischio di scontrarci con una realtà tanto assurda e tragica. Deciso a combattere questa battaglia, ho cominciato a scavare, ad esaminare archivi e a cercare testimoni che avessero la forza di dirmi qualcosa; sono argomenti che non trovano posto sui giornali, che sembrano invenzioni, più che realtà. Ma era tutto vero…?" Il regista, Miroslav Terzic.