Dal 02 Maggio 2019 a 08 Settembre 2019

In VBSS.002, Vanessa Beecroft ritrae se stessa come una Madonna che allatta due gemelli neri anziché un bambino bianco. Si tratta di un simbolo da una parte di colonizzazione, violenza etnica e predominanza, dall’altra emblema di un amore puro e istintivo come quello materno e di congiunzione tra tutti i popoli. La foto è eccezionalmente collocata nella Basilica di San Salvatore, dal 2011 Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO, grazie alla collaborazione con la Fondazione San Patrignano.

La mostra

Di Vanessa Beecroft

Nel 2005 Vanessa Beecroft ha visitato la Diocesi di Rumbek nel Sud Sudan tre volte, ospite del Vescovo Cesare Mazzolari. Il primo giorno della sua visita nel mese di novembre, si è ritrovata ad allattare tre infanti all’orfanotrofio locale e da allora, per tutto il periodo della visita, ha trascorso la maggior parte del tempo in quel luogo. L’orfanotrofio è parte dell’istituzione delle Sorelle di Santa Teresa e non ammette alcun tipo di documentazione fotografica al suo interno. Durante la sua seconda e terza visita, Vanessa ha chiesto l’autorizzazione al Vescovo di utilizzare la Cattedrale come uno studio e ha ritratto sé stessa nel gesto di allattare due gemelli: Madit e Mongor.

Si è ritratta come una Madonna Bianca nell’atto di sfamare due infanti neri.

L’immagine proviene da un repertorio reale, documentario, è un fatto realmente avvenuto, ma è anche simbolo di una contraddizione implicita nel processo di neo-colonizzazione da parte delle istituzioni religiose nei paesi sottosviluppati. L’icona si riferisce a un’immagine religiosa, quella della Madonna, una Madonna con due gemelli neri anziché un bambino bianco. Si tratta di un simbolo da una parte di colonizzazione, violenza etnica, e predominanza, dall’altra emblema di amore e congiunzione tra tutti i popoli, puro e istintivo come l’amore materno.

Durante queste visite in Sudan la Beecroft ha portato con sé un videomaker che ha ripreso senza precise indicazioni celebrazioni Cattoliche, il Natale, la Pasqua, la messa, il battesimo; madri con figli e momenti al campo di pascolo delle mucche, risorsa principale dell’economia familiare nel Sudan rurale.  Queste riprese non hanno una qualità estetica, ma sono assemblate secondo un ordine specifico: Chiesa, Paesaggio e Popolazione prima dell’evangelizzazione. La giustapposizione di queste tre immagini determina, in una prospettiva dialettica, il messaggio che l’opera vuole comunicare. Nella basilica di San Salvatore, all’interno del complesso di Santa Giulia, l’opera si staglia come una pala d’altare al centro dell’abside della grande navata; nello spazio dedicato al sacro, in corrispondenza della sottostante cripta che in età altomedievale ospitava le reliquie di santi e martiri, la figura femminile accoglie tra le sue braccia i due gemelli come una Madonna della carità, il cui potere di accogliere è accresciuto dalla sacralità del luogo.

Vanessa Beecroft nasce a Genova nel 1969 e si laurea all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Verso la fine degli anni Novanta si trasferisce a New York e ora vive e lavora a Los Angeles, California. La sua produzione artistica è improntata alla costruzione di tableau vivant che sviluppano tematiche riguardanti la donna, il corpo femminile e il suo interagire con la moda e la società attuale. In America ha iniziato ad affrontare anche questioni riguardanti il razzismo e altre importanti problematiche sociali.