Dal 27 Settembre 2022 a 05 Febbraio 2023

Mentre lo Stendardo di Orzinuovi è temporaneamente ospitato nella mostra che la città orceana ha programmato per celebrarne la memoria, la sala II della Pinacoteca ospita a fianco dei propri capolavori foppeschi queste due tavole della collezione BPER, anch’essi ascrivibili alla fase più matura del pittore e quindi a una provenienza bresciana.

Informazioni e Prenotazioni
Il CUP – Centro Unico Prenotazioni risponde tutti i giorni dalle 10:00 alle 18:00

La mostra

Un’iniziativa promossa da:
Comune di Brescia, Fondazione Brescia Musei, Alleanza Cultura, BPER Banca

Le due tavole che rappresentano San Giovanni Battista e Santo Stefano sono elementi di un polittico smembrato la cui identità non è ancora stata riconosciuta e del quale sembrano essere l’unica testimonianza superstite. La prima tavola, collocata in origine a sinistra dell’elemento centrale che forse era una Madonna col Bambino, raffigura san Giovanni Battista con l’abituale rustica tunica e un manto rosso accomodato sulle spalle, ricadente su un braccio. Con la mano sinistra regge un’esile e lunga croce che egli stesso addita quale segno della venuta del Cristo, oltre che viatico alla sua prossima e violenta fine. L’altra tavola, già collocata a destra della principale, mostra invece il protomartire Stefano, riconoscibile per la ricca dalmatica intessuta d’oro e di seta sopra la tunicella bianca, che tiene nelle mani il libro del Vangelo e la palma del martirio. Secondo la leggenda del santo, Stefano subì il martirio per lapidazione, e pertanto è riconoscibile per le pietre che gli vengono normalmente associate quale specifico attributo, qui visibili una in testa e una su una spalla. Entrambi i santi sono raffigurati all’aperto, sullo sfondo di un paesaggio padano che doveva collegare e unificare tutte le tavole del polittico. Il particolare timbro cromatico degli incarnati grigiastri e l’essenzialità delle figure sono elementi di stile che inducono a una datazione molto tarda di questi due pannelli nella produzione del Foppa, da porre all’incirca intorno al 1510, suggerendo utili confronti con la cosiddetta Pala dei Mercanti (1505-1510) e con lo Stendardo di Orzinuovi (1514).

I due dipinti sono da leggere come un preludio alla gentile timidezza e alla malinconia delle figure di Moretto.

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