You Will Die at Twenty
19 Novembre 2024 - 21:00 / Sala 1 / v.o. sott.ita.
Dopo la nascita di Muzamil, il sant'uomo del villaggio prevede che morirà all'età di 20 anni. Il padre di Muzamil non sopporta la maledizione e se ne va di casa. Sakina cresce suo figlio come una madre single, eccessivamente protettiva.

Info
PRIMA VISIONE – CARTA BIANCA A KHALID ALBAIH – FESTIVAL DELLA PACE
Al momento della nascita del piccolo Muzamil il santone del villaggio sudanese profetizza che il bambino morirà al compimento del ventesimo anno. Il padre non riesce ad accettare quella profezia nefasta e abbandona moglie e figlio: da quel momento la vita di Muzamil è un’attesa della scadenza annunciata, soffocato dalla protezione materna che tenta di ostacolare il corso del destino. Dunque i rapporti fra il ragazzo, arrivato alla soglia dei 19 anni, e l’amica d’infanzia Naiema, diventata una bellissima giovane donna, e con un intellettuale che, dopo gli anni trascorsi in Europa, è tornato nel villaggio natale, sono improntati all’impermanenza e all’impossibilità di un futuro comune.
Il film sarà preceduto dal cortometraggio:
AL SIT
di Suzannah Mirghani (Sudan, Qatar, 2020, 20’)
In un villaggio di coltivatori di cotone in Sudan, la quindicenne Nafisa ha una cotta per Babiker, ma i suoi genitori le hanno combinato il matrimonio con Nadir, un giovane uomo d’affari sudanese che vive all’estero. La nonna di Nafisa, Al-Sit, potente matriarca del villaggio, ha i suoi piani per il futuro di Nafisa. Potrà Nafisa decidere da sola?
La proiezione fa parte della rassegna Carta bianca a Khalid Albaih ideata in occasione del Festival della Pace e della mostra “Khalid Albaih. La stagione della migrazione a Nord” ospitata al Museo di Santa Giulia a Brescia.
Trailer

Photogallery
Carta bianca a Khalid Albaih
4 film abbinati alla mostra “Khalid Albaih. La stagione della migrazione a Nord” e selezionati dallo stesso artista sudanese al cinema Nuovo Eden di Brescia.
Il 12 e il 19 novembre il pubblico avrà l’opportunità di vedere in prima visione i film selezionati direttamente dall’artista sudanese Khalid Albaih, che esplorano storie di resilienza, identità e diaspora, temi centrali sia nella sua arte sia nelle sue riflessioni.
