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Presenze impedite, presenze cancellate, presenze dimenticate. Breve percorso alla ricerca dei luoghi e della presenza degli ebrei e della cultura ebraica nel bresciano dall'età romana alla Shoah - 29 gennaio 2017, ore 17:00, Auditorium di Santa Giulia

POSSIBILITÀ DI MONDI PERDUTITRACCE DELLA PRESENZA EBRAICA A BRESCIAPER NON DIMENTICARE29 gennaio 2017, ore 17:00Auditorium Santa GiuliaPresenze impedite,presenze cancellate, presenze dimenticate.Un percorso nella storia degli ebrei a Brescia.I mondi perduti sono persone, sono pensieri, sono cose che non hanno avuto la libera possibilità di esprimersi, di essere realizzati, conosciuti e conservati.In questo misterioso indagare, la presenza della Comunità ebraica a Brescia è la protagonista dell’iniziativa promossa da Comune di Brescia, Fondazione Brescia Musei, Associazione Italia-Israele e Casa della Memoria.“Possibilità di Mondi Perduti – Tracce della presenza ebraica a Brescia per non dimenticare” è il titolo dell’incontro che si terrà all’auditorium del Museo di Santa Giulia in via Piamarta 4, il 29 gennaio alle ore 17.Una realtà, anche quella della comunità ebraica bresciana, che pare sia esistita quasi in un mondo parallelo nel cammino della storia. Un popolo che per millenni ha avuto l’impedimento al suo libero manifestarsi. Cosi pare quasi impossibile che ancora e comunque importanti tracce della presenza degli ebrei a Brescia abbiano potuto conservarsi, ma ci sono e per la prima volta vengono presentate insieme.La prima presenza documentata di una piccola comunità ebraica a Brescia è di epoca Romana e ne sono testimonianza in filigrana tre iscrizioni di età imperiale, una delle quali purtroppo è perduta. Le pietre conservate ci tramandano i nomi di una liberta, Annia Iuda e di Caelia Paterna, definita matri synagogae, certamente con un ruolo di riferimento nella comunità ebraica bresciana tra II e III secolo d.C.Scaricalalocandinae ilprogramma.Nei secoli seguenti, alla caduta dell’impero romano, non vi è più traccia certa di una presenza ebraica in Brescia. Bisogna aspettare l’XI e XII secolo per tornare ad averne presenza documentata. Molto probabilmente i primi nuclei di famiglie ebraiche furono ebrei Askenaziti fuggiti ai pogrom che si verificarono nella valle del Reno con l’inizio della prima crociata.Nel corso del basso Medio Evo, la comunità ebraica, fu presente nel bresciano presso i comuni ghibellini e nei possedimenti delle famiglie Martinengo e Gambara, e si ingrandì con l’arrivo di altre e numerose famiglie Askenazite in fuga dalla Germania e dall’Europa centrale. La presenza ebraica era più consistente nell’antico quartiere romano ad est della città, proprio intorno a via Musei e Santa Giulia. Vi era inoltre un cimitero ebraico andato distrutto con la costruzione delle mura venete.A partire dalla seconda metà del ‘500 gli ebrei di Brescia – che si occupavano, prevalentemente, dei banchi di prestito – furono allontanati dal Vescovo in accordo con le autorità della Serenissima a causa di contrapposti interessi economici.Altre tre iscrizioni, in ebraico, provenienti da Iseo sono la testimonianza della presenza nel paese sul lago di alcune famiglie alle quali appartenenvano, tra IV e XVI secolo, Pessle figlia di Salomone e Reb Efraim, figlio di Lazzaro Zalman. Il ritorno degli ebrei a Brescia si ha con l’arrivo di Napoleone. Il cambiamento portato dalla rivoluzione francese si manifestò anche fra gli ebrei: abbandonarono le attività di prestito, una delle poche loro concesse fino a quel tempo e assunsero professioni civili come avvocato, medico, docente. Tutte professioni a loro impedite fino a quel tempo!Nel corso dell’800 la storia ebraica bresciana, non è più la storia di una comunità, ma la storia di grandi personalità. Tra le grandi personalità ebraiche bresciane, è doveroso ricordare Girolamo Orefici, la cui famiglia arrivò nei primi dell’800 dalla Germania ed il cui nome originario era Goldsmith. Girolamo Orefici divenne Sindaco di Brescia dal 1906 al 1912.In questo periodo la maggior parte delle famiglie ebraiche risiedevano nel quartiere medievale delle pescherie, l’attuale piazza Vittoria, e in tutto il settore tra via san Faustino, Corsetto S. Agata, corso Mameli e la Pallata.Con l’adozione delle leggi razziali del 1938 gli ebrei bresciani, come tutti i correligionari d’Italia, furono allontanati dagli uffici pubblici, dalle scuole e da numerose attività professionali. Anche a Brescia le deportazioni, verso i campi di sterminio, colpirono duramente la piccola presenza ebraica.Così è davvero importante sapere che cose preziose sono riuscite a salvarsi non tanto dall’oblio, ma addirittura dalla distruzione.Un nucleo di iscrizioni e lapidi di età romana e rinascimentale provenienti dal territorio bresciano sono conservate presso i Musei Civici di Brescia.Una doppia edizione della Bibbia del 1496 stampata a Brescia da Gershwin Moses Soncino (edizione utilizzata perfino da Martin Lutero per la sua versione in tedesco), è conservata presso la Biblioteca Civica Queriniana di Brescia.Quest’ultima opera è un documento di grande valore storico ed artistico che la nostra città ha la fortuna di possedere e conservare.Molto rinomata fu la Jeshivà (scuola rabbinica) di Brescia che rappresentava un punto di riferimento per tutto il nord Italia, fino ai primi anni del ‘500.Questo ricco patrimonio di memorie verrà ricordato, presentato e valorizzato nel convegno che si conclude con un momento di preghiera in ebraico e la proposizione di musiche e canti della tradizione.PROGRAMMASaluti istituzionaliPossibilità di mondi perdutiVittorio Rodiati BendaudTracce della presenza ebraica a Brescia nel mondo anticoFrancesca MorandiniLa bibbia di SoncinoEnnio FerraglioRicordando Enzo Sereni. Tra cronaca familiare e storiaCaterina AntonioliApplicazione delle leggi razziali a BresciaGiorgio GallicoBreve momento di preghiera in ebraico a ricordo delle vittime della ShoahMusiche della tradizione ebraicacon Mauro Occhionero, musicista e compositore, e Yegenia Kimiagar, pianista e cantante