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Nel corso della sua storia moderna la statua ha subito parziali interventi di pulitura e restauro, ma un recente monitoraggio dello stato di conservazione e del funzionamento del supporto ha messo in evidenza la perdita progressiva di funzionalità della struttura e la necessità di porvi mano.

Ritrovata nel 1826 nel tempio capitolino dell’antica Brixia.La notizia si diffuse subito in tutta Europa.E oltre.Da allorala statua è diventata ambasciatrice di Brescia e del suo straordinario patrimonio culturale nel mondo.Nel corso della sua storia moderna la statua ha subito parziali interventi di pulitura e restauro.Dapprima nel 1834, quando venne anche realizzata la struttura interna che ancora oggi ancora collega braccia e ali al busto.Successivamente nel 1948, quando il bronzo venne portato all’Istituto Centrale del Restauro di Roma, dopo il lungo seppellimento durante la seconda guerra mondiale perché venisse tenuta lontana dai pericoli del conflitto.Un recente monitoraggio dello stato di conservazione e del funzionamento del supporto ha messo in evidenza alcune criticità statiche e meccanichee la necessità di porvi mano.E’ stata anche verificata una diffusaalterazione della superficie esterna con ampio margine di recupero della superficie originale su buona parte della statua.Fondazione Brescia Musei eComune di Brescia- in collaborazione e sotto l’egida della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Bergamo e Brescia – avvia oggi un progetto di recupero di un bene comune, perché possa davvero riprendere il volo.Il progetto costituisce il primo approccio interdisciplinare allo studio della Vittoria alata, con l’ambizione di rendere ogni fase del lavoro accessibile a tutti.Oggi, venerdì 3 marzo, si avvia questo percorso con un’azione preliminare ma fondamentale: verranno rimosse le ali e le braccia, sganciandole dal supporto interno, per rendere possibile la valutazione dell’interno della statua e poi procedere alla predisposizione del progetto di diagnostica e di restauro.Seguirà nei prossimi giorni un sopralluogo da parte degli esperti di bronzi dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze e il confronto con tecnici, archeologi e storici dell’arte antica per stabilire le fasi e le modalità di intervento su uno dei pochi bronzi di grandi dimensioni conservatosi sino ai nostri giorni, l’unico in Italia settentrionale.La statua rimarrà in Museo e i visitatori avranno l’occasione unica di assistere in diretta al lavoro degli esperti e alle operazioni con cui si prenderanno cura del simbolo della nostra città.