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Inaugura presso la Pinacoteca Tosio Martinengo una nuova tappa di PTM ANDATA E RITORNO, il progetto della Fondazione Brescia Musei che trasforma le “partenze” collegate alle richieste di prestito in “arrivi” di opere ospiti: un’occasione per accogliere nelle sale capolavori che dialogano con la collezione permanente, dando l’opportunità a bresciani e turisti di reinterpretare costantemente il corpus della collezione della Pinacoteca. La seconda tappa di PTM A/R avrà come protagoniste due opere delle collezioni civiche: la statua di Giovanni Franceschetti, Carolina Lera Brozzoni in veste di Flora, che troverà spazio nella sala XXI della Pinacoteca in assenza del Busto di Eleonora d’Este di Antonio Canova, prestata alla Galleria di Arte Moderna GAM di Milano per la mostra Canova.

Carolina Lera Brozzoni in veste di Flora e Niobe: la passione di due grandi collezionisti brescianiPTM A/R SECONDA TAPPA: FRANCESCHETTI E BASILETTI PROTAGONISTI DELLE SALE DELLA PINACOTECA Dal 15 ottobre i due capolavori, recentemente restaurati, in dialogo con la collezione permanenteMartedì 15 ottobre inaugura presso la Pinacoteca Tosio Martinengo una nuova tappa di PTM ANDATA E RITORNO, il progetto della Fondazione Brescia Musei che ha preso il via lo scorso aprile con l’opera di Pietro Vannucci, alias Perugino, la Presentazione al tempio, e che trasforma le “partenze” collegate alle richieste di prestito in “arrivi” di opere ospiti: un’occasione per accogliere nelle sale della nuova Pinacoteca capolavori che dialoghino con la collezione permanente, dando l’opportunità a bresciani e turisti di reinterpretare costantemente il corpus della collezione della Pinacoteca.La seconda tappa di PTM A/R avrà come protagoniste due opere delle collezioni civiche: la statua di Giovanni Franceschetti, Carolina Lera Brozzoni in veste di Flora, che troverà spazio nella sala XXI della Pinacoteca in assenza del Busto di Eleonora d’Este di Antonio Canova, prestata alla Galleria di Arte Moderna GAM di Milano per la mostra Canova. Le teste ideali (24 ottobre 2019 – 18 febbraio 2020), e l’opera di Luigi Basiletti, Niobe, che sarà posta in relazione con quattro dei nove disegni preparatori a essa collegati conservati nelle collezioni cittadine e che sarà ospitata nella sala XX, sostituendo le sculture di Thorvaldsen e l’Ebe di Gaspare Landi prestiti alle Gallerie d’Italia per la mostra Canova e Thorvaldsen. La nascita della scultura moderna (24 ottobre 2019 – 15 marzo 2020).In attesa della terza tappa del percorso, che si terrà il prossimo dicembre, il pubblico potrà ammirare Flora fino al 24 febbraio 2020, Niobe fino al 15 dicembre 2019: per festeggiare questo momento e offrire a tutti l’opportunità di godere di questi straordinari abitualmente nascosti capolavori, sabato 19 e domenica 20 ottobre nella fascia oraria 16.00 – 18.00 l’ingresso alla Pinacoteca Tosio Martinengo sarà gratuito e sia sabato che domenica alle 16.15 sarà possibile prendere parte ad una speciale visita guidata a cura dei Servizi Educativi della Fondazione Brescia Musei (gratuita su prenotazione al CUP).Inoltre questa seconda tappa diventerà un’occasione per alcuni momenti di approfondimento aperti alla cittadinanza: tre conferenze, il cui programma è in fase di definizione, che si terranno a partire dal mese di novembre presso la Sala conferenze della Pinacoteca.Entrambe le opere protagoniste del secondo appuntamento con PTM ANADAT E RITORNO – curato da Roberta D’Adda, conservatore di Fondazione Brescia Musei, insieme ai contributi di Bernardo Falconi, storico dell’arte che ha eseguito le ricerche su Niobe, e Alessio Costarelli, storico dell’arte che ha eseguito le ricerche su Flora – rappresentano una variazione rispetto alla prima edizione del progetto in quanto non provengono da un altro museo, ma dai depositi entro cui sono conservate tutte le opere che non hanno una collocazione stabile nell’abituale percorso di visita. Entrambe conoscono oggi nuova luce, grazie anche ai contributi privati: la statua di Franceschetti, scelta in virtù della sua bellezza e della sua rappresentatività, è stata restaurata grazie al contributo raccolto dall’Associazione ex Dirigenti del Gruppo Banca Lombarda e Piemontese – che ricordiamo ha sostenuto lo scorso anno il restauro del Laocoonte di Luigi Ferrari -, per l’opera di Luigi Basiletti Niobe si ringrazia invece Intesa Sanpaolo.Carolina Lera Brozzoni in veste di FloraCarolina Lera Brozzoni in veste di Flora fu commissionata al bresciano Franceschetti (allora nemmeno trentenne) da Camillo Brozzoni, il collezionista e mecenate la cui memoria è più volte richiamata nelle sale della Pinacoteca: a lui si deve infatti la notevole e ricca collezione di arti decorative dalla quale provengono buona parte degli oggetti preziosi esposti nelle vetrine del Museo, a cominciare dai vetri veneziani, nonché alcune opere di arte antica come il Ritratto di canonico lateranense di Sofonisba Anguissola.Come l’Eleonora d’Este, anche questa Flora è un potente omaggio alla scultura classica e all’ideale della bellezza e delle virtù femminili. In questo caso, però, la donna celebrata non è una musa del passato, ma la moglie del collezionista, Carolina Lera. E la dimensione ideale di riferimento non è quella della poesia, bensì quella della natura o, più precisamente, della botanica: un interesse che univa Brozzoni e la consorte, e che nella scultura è richiamato dalla scelta di presentare la donna come la dea Flora, identificazione rafforzata dalla presenza della corona di fiori e dalla camelia. L’opera consente quindi di allargare la riflessione su questa interessante figura di collezionista alla parte scientifica delle sue raccolte e, in particolare, al grande parco che aveva creato presso la sua villa in località Borghetto, vicino a Porta San Nazaro (attuale via Corsica). Anche la villa e il giardino – con le serre e la collezione delle piante rare e delle camelie – erano parte del legato con il quale Brozzoni lasciò alla Città le sue raccolte artistiche. Nel 1907 il giardino fu chiuso, dando l’avvio a un processo che portò negli anni Settanta del Novecento a dichiararlo terreno edificabile, cancellandone definitivamente il carattere originario. Attraverso la simbolica presenza di questa Flora si riannoda quindi, idealmente, il legame con una parte perduta della cultura bresciana dell’Ottocento.NiobeL’esposizione temporanea di Niobe, il dipinto di Luigi Basiletti, commissionatogli da Paolo Tosio, insieme con parte dei disegni preparatori conservati nelle collezioni civiche costituisce invece un’occasione unica per mostrare le qualità di pittore finissimo e di elegante disegnatore del pittore, “amico carissimo” del mecenate bresciano, altrimenti rappresentato nel percorso permanente della Pinacoteca dal solo Ritratto fatto proprio a Paolo Tosio.Il dipinto costituisce l’ultimo lavoro di un tema mitologico realizzato da Luigi Basiletti, commissionato dal nobile nel 1819 ultimato a Roma entro il 1820 e raffigura il tragico mito ovidiano di Niobe, figlia di Tantalo e moglie del re di Tebe, Anfione. Superba di aver generato una prole più numerosa di quella della dea Latona, madre dei soli Apollo e Artemide, Niobe fu punita da questi ultimi con la morte dei suoi quattordici figli – sette femmine e sette maschi –, colpiti dagli strali scoccati dagli archi dei divini gemelli Latonidi, trasformandosi per il dolore in una roccia (Ovidio, Le Metamorfosi, VI).Come documentano le lettere scambiate con Tosio, Basiletti elabora una raffinata serie di disegni preparatori da presentare al committente e – guidato dal genio di Raffaello e ispirato dal magistero di Poussin – licenzia un quadro a tutti gli effetti “romano”, nel quale “la luce è l’anima dei colori”.Com’è noto, il legame tra l’artista e il mecenate andò ben oltre la commissione di questa e di altre opere pittoriche: Basiletti fu infatti incaricato dal collezionista di dirigere i lavori di rinnovo di nove stanze del piano nobile della propria dimora, nelle quali trovò posto gran parte della collezione dei dipinti che hanno costituito il nucleo originario della Pinacoteca.Gli interventi si svolsero negli anni 1810-1814, al rientro del pittore da Roma, dove aveva trascorso anni cruciali per la propria formazione e dove Tosio l’aveva raggiunto, insieme alla moglie Paolina, in occasione del loro viaggio di nozze. Il soggiorno romano fu una pietra miliare per la definizione del gusto collezionistico del conte, che una volta tornato a Brescia continuò – proprio grazie all’amicizia con Basiletti, il quale sarebbe tornato altre due volte nella città eterna – a mantenere vivi i rapporti artistici con la città eterna e a rinnovarne il ricordo sentimentale. Da Roma Basiletti fu tramite per acquisti e commissioni, la più celebre delle quali fu certamente quella dell’Eleonora d’Este di Canova.INFORMAZIONIPINACOTECA TOSIO MARTINENGOPiazza Moretto, BresciaOrari di aperturada martedì a venerdì 9:00-17:00sabato, domenica e festivi 9:00-18:00Chiuso tutti i lunedì non festiviLa biglietteria chiude un’ora prima della chiusura del museo Biglietti di ingresso Intero€ 8,00Ridotto € 6,00 (gruppida 10 a30 persone econvenzioni)Ridotto € 4,50 (dai 14 ai 18 anni e sopra i 65 anni, studenti università e accademie)Ridotto € 3,00 (scuole, dai 6 ai 13 anni, gruppi di min. 10 studenti universitari)Pacchetto Famiglia: adulti biglietto ridotto; € 3 per ciascun figlio dai 6 ai 18 anniSabato 19 e domenica 20 ottobre ingresso libero dalle 16.00 alle 18.00. Sabato 19 e domenica 20 ottobre ore 16.15 visita guidata su prenotazione al CUP (fino a disponibilità dei posti).Per prenotazioniCUP 0302977833 -34 – santagiulia@bresciamusei.comPrenotazione obbligatoria, ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.bresciamusei.com