Il Coro, nobile ambiente affrescato entro il quale le monache benedettine del monastero di Santa Giulia per secoli hanno assistito, non viste, alle funzioni religiose, è stato aperto al pubblico nel 2002, dopo un lungo intervento di restauro e di adeguamento, diventando parte integrante del Museo di Santa Giulia.
Questo sontuoso luogo di culto, articolato su due livelli, venne innalzato tra Quattrocento e Cinquecento. La parete orientale e le pareti laterali appaiono riccamente decorate da affreschi di Floriano Ferramola e di Paolo da Caylina il Giovane.
Il programma iconografico è complessivamente ispirato al tema della salvezza, trattato con scene dell'infanzia di Gesù, della passione e della resurrezione e con altri soggetti comunque attinenti, intervallati da immagini devozionali. La successione degli episodi si configura come un itinerario mentale o processionale non privo di intenti didattici, con particolari vivi e curiosi. L'insieme risulta fortemente unitario e di grande suggestione cromatica ed evocativa.
Fra le opere di maggior interesse, esposte in questo settore museale, si può trovare il grande Mausoleo Martinengo, capolavoro di scultura, tra i più rappresentativi della stagione rinascimentale in territorio lombardo.
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