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La bellezza dell’arte e i valori che animano la Poliambulanza diventano sostegno per chi lavora e per chi vi è curato.

Arte come Cura è un progetto di Fondazione Poliambulanza e di Fondazione Brescia Musei.

Il progetto

Il progetto Arte come Cura nasce dalla volontà di veicolare all’interno di alcuni spazi  di Fondazione Poliambulanza i messaggi della Fondatrice delle Suore Ancelle della Carità, Santa Maria Crocifissa di Rosa.

Dalle Ancelle riceviamo un patrimonio di valori espressi in un cammino storico contraddistinto da innumerevoli tappe, di cui sono state testimoni, protagoniste, innovatrici. Uno dei numerosi ambiti in cui hanno riversato il loro carisma è Fondazione Poliambulanza, oggi centro ospedaliero d’avanguardia, in cui queste donne coraggiose hanno scritto pagine memorabili, tra lungimiranza, capacità di visione e intraprendenza. Messaggi universali, che risultano ancora oggi attuali e riescono a   raggiungere il cuore del personale e dei pazienti della struttura ospedaliera.

Come amplificarne il valore comunicativo e aiutare a veicolare in modo incisivo i valori cardine che da oltre un secolo animano Poliambulanza?

Proprio con questo intento si è sviluppata la sinergia con Fondazione Brescia Musei e l’arte è stata la risposta. Le parole e l’esempio di Santa Maria Crocefissa di Rosa unitamente all’arte ed alla cultura diventano così sostegno per chi lavora e per i pazienti che a Poliambulanza affidano la propria salute. Strumenti preziosi per accompagnare lo scandire quotidiano della vita in ospedale.

Il progetto così declinato contribuisce a portare “l’arte nella cura” e ad avvicinare due elementi apparentemente distanti   tuttavia fortemente sinergici, infondendo serenità e fiducia. L’arte aiuta a rendere più bello e accogliente l’ospedale, viceversa l’ospedale favorisce la conoscenza dell’arte e del patrimonio museale in chi, a vario titolo, lo frequenta.

Le opere

Dipinti attentamente selezionati, presenti nella collezione della Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia, al termine di valutazioni, incontri e condivisioni, sono stati abbinati ai messaggi della fondatrice per darne maggiore enfasi e riconoscibilità.

Madonna in adorazione del Bambino
Andrea Appiani (1754-1817)
post 1790 – ante 1799
olio su tela

Si tratta di un piccolo dipinto rappresentante la Vergine Maria come una giovane madre, priva di attributi celesti e calata in una dimensione decisamente terrena e domestica, colta nell’atto di adagiare il figlio su un giaciglio. L’intimo legame che la lega al Bambino e la tenerezza dei sentimenti espressi vanno al di là del significato devozionale dell’immagine e si riallacciano agli studi rinascimentali sviluppatisi sulla scorta delle ricerche dedicate da Leonardo al tema degli affetti. La Madonna rifugge lo sguardo dell’osservatore, per immergersi totalmente nella contemplazione del piccolo, profondamente addormentato. Grazie al delicato chiaroscuro, le figure sembrano emergere lentamente dal fondale buio e paiono quasi sfumare nello spazio circostante. La composizione è semplice ed equilibrata; l’artista rinuncia a qualsiasi artificiosità  o tentativo di astrazione, preferendo un naturalismo più umano ed emotivamente coinvolgente.

Cena in Emmaus
Alessandro Bonvicino detto il Moretto (Brescia 1498 circa-1554)
1527 circa
olio su tela

La grande tela rappresenta l’episodio evangelico noto come cena in Emmaus: dopo la resurrezione, Cristo, sotto le mentite spoglie di un comune viandante, si unisce a due discepoli lungo la strada che da Gerusalemme porta a Emmaus e, a sera, sedutosi con loro in una locanda per cenare prende il pane, lo benedice, lo spezza e lo offre ai due uomini rivelando così la propria identità. Anticamente, il dipinto ornava l’altare che si ergeva all’incrocio dei bracci del quattrocentesco ospedale di San Luca, in una posizione sopraelevata che spiegherebbe l’impaginazione da sotto in su.
La tela è tutta giocata sul dialogo tra la penombra avvolgente e i rialzi di tono provocati dall’irrompere da sinistra della luce, che riverbera sul fondo del vassoio, sulle pieghe delle vesti e della tovaglia candida, sui bicchieri dal bordo luminescente, e arriva fin sotto al tavolo, mettendo in evidenza i piedi nudi dei discepoli e il gatto che fa capolino dietro al basamento. Moretto raffigura Cristo con gli attributi non di un generico viandante, ma specificamente di un pellegrino, come suggeriscono la conchiglia appuntata al petto e il curioso copricapo dalla larga falda ornata di medagliette. L’analitica descrizione dei volti e degli abiti dei due astanti – un gentiluomo e una fanciulla abbigliata con una sontuosa veste rossa completata da una collana di coralli e da un’acconciatura fiorita – suggerisce che si tratti della raffigurazione di due committenti, la cui identità non è nota. Il volto assorto dell’uomo costituisce una dichiarazione del suo atteggiamento di intensa e partecipata meditazione sul mistero dell’eucarestia.

Biglietto ridotto

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L’offerta è valida fino dal 4 aprile al 7 luglio 2022.

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