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Fondazione Brescia Musei e Comune di Brescia con il supporto di Rotary Club Bresciani e RPP - Run Power Plants insieme per valorizzare un tassello cardine del patrimonio museale bresciano e del futuro Corridoio Unesco.

Un esempio di mecenatismo illuminato per la conservazione e gestione del patrimonio culturale in una logica civica di restituzione alla comunità.

Venerdì 4 marzo 2022, presso l’Auditorium di Santa Giulia, viene presentata la nuova illuminazione dell’Oratorio di Santa Maria in Solario, promossa da Fondazione Brescia Musei e Comune di Brescia, con il sostegno dei Rotary Club Bresciani.

Un “restauro percettivo”, realizzato con la cura dell’architetto Laura Salvatore Nocivelli e i light designer di RPP La nuova luce, uno dei progetti più identitari che Fondazione Brescia Musei e Comune di Brescia hanno realizzato per celebrare il decennale del sito Unesco ‘I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568 – 774 d.C.)’: un traguardo importante che permette di conoscere meglio un luogo estremamente rilevante del complesso monumentale di Santa Giulia e nella magnificenza dell’architettura romanica, che ora è decisamente meglio leggibile nell’interezza del suo ciclo frescato.

L’intervento è stato possibile grazie alla collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Bergamo e Brescia e al prezioso supporto dei Rotary Club bresciani che hanno finanziato il progetto.

Unico edificio romanico del complesso benedettino di Santa Giulia, edificato in pietra locale tra i due chiostri meridionali del monastero, l’oratorio era strettamente legato alla vita liturgica delle monache. L’edificio, dalla muratura possente, è articolato in due ambienti: il piano inferiore, utilizzato inizialmente dalle religiose come un vero e proprio oratorio, è collegato, tramite una ripida scala ricavata nello spessore del muro settentrionale, al piano superiore, un tempo accessibile solo dalla badessa, poi dedicato alla preghiera individuale delle monache.

Il progetto

Il progetto è stato frutto di un lungo confronto tra i light designer di RPP e gli esperti di Fondazione Brescia Musei che, attraverso un continuo processo di sperimentazione in loco per testare varie soluzioni e trovare la giusta tonalità e intensità della luce per illuminare al meglio gli affreschi e tutte le superfici, ha portato al risultato che si può ammirare oggi: una luce morbida che accarezza tutte le pareti, le rende leggibili, mantenendo comunque l’atmosfera di raccoglimento tipica delle architetture sacre, quasi a lume di candela.

Al piano inferiore il sistema utilizzato si compone di un fascio di luce intensa lungo le pareti perimetrali, un’illuminazione che rende perfettamente leggibili la composizione della pavimentazione, le murature e i monumenti in pietra, e al contempo i più piccoli particolari delle iscrizioni, e delle opere esposte. Infatti si è scelto di valorizzare l’architettura dell’aula utilizzando una luce radente alle pareti, che eliminasse gli effetti di ombreggiatura delle vetrine permettendo la lettura della dedica al Dio Sole sull’altare romano di reimpiego che costituisce il pilastro centrale della sala.

Al piano superiore la luce si sdoppia secondo i piani di proiezione: le figure degli apparati decorativi di Ferramola si affollano in un rapporto prospettico centrale, i personaggi principali di grandi dimensioni, ben definiti nei particolari, avanzano quasi a uscire fuori dall’affresco, figure o architetture rappresentate sul fondo retrocedono in secondo piano.
La volta blu stellata domina l’aula e suscita una intensa emozione; introduce al racconto della Passione e delle vite dei Santi nei grandi riquadri affrescati e alle iscrizioni dipinte lungo gli architravi, sotto le lunette, le nicchie e le vele angolari.
La revisione della luce d’ambiente ha portato a considerare nuovamente e rinnovare l’illuminazione interna delle vetrine che custodiscono due degli oggetti più importanti del tesoro del monastero: la Lipsanoteca al piano inferiore e la Croce di Desiderio al piano superiore. Utilizzando la struttura già esistente, i precedenti corpi illuminanti sono stati sostituiti con luci led che definiscono nel dettaglio l’altissima qualità delle opere e al contempo rispondono ai criteri di sostenibilità energetica.

Ora l’illuminazione dell’aula superiore è dinamica e prevede una sequenza di tre scenari luminosi che, mantenendo sempre luminosa la Croce di Desiderio, accendono il soffitto dell’aula e infine le pareti, mantenendo equilibrio tra visibilità degli affreschi e luce complessiva. Inoltre grazie a un comando in remoto in particolari occasioni è possibile accendere o spegnere le luci sulle singole pareti; questa modalità in particolare è stata ideata per favorire la visione ottimale di studiosi e addetti ai lavori.
Lungo la scala tra il piano terra e il primo piano, si è prospettato un intervento lineare, realizzato utilizzando il corrimano, già presente, a mezzo di una lunga barretta led linear, correttamente orientata a sezione triangolare, che si predispone con un fascio tenue e continuo, nel rispetto anche della sicurezza dei luoghi, assolutamente bianco-luce, la cui visibilità permette di percorrere in sicurezza i gradini verso l’aula della Croce.

In occasione di questa revisione generale di visita a Santa Maria in Solario, è stata ripristinata infine l’uscita dall’aula superiore attraverso l’antico portale strombato e dipinto di età medievale, con la possibilità per i visitatori di affacciarsi al loggiato superiore del chiostro e ammirare la sequenza architettonica delle chiese del monastero.

Leggi la presentazione

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