In the mood for love
Torna in sala, in versione restaurata, il capolavoro di Wong Kar-wai. Hong Kong, 1962. I coniugi Chow e i coniugi Chan si trasferiscono lo stesso giorno in due appartamenti contigui. Sono il signor Chow e la signora Chan a rientrare più di frequente a casa ed è così che nel giro di breve tempo scoprono che i rispettivi consorti sono amanti. La volontà di comprendere le ragioni del tradimento subito li porterà a frequentarsi sempre più spesso e a condividere le sensazioni provate.
Due decenni fa, infatti, il film ci ha rivelato cosa sono – come si fanno, di cosa sono fatti – il cinema e l'amore, che estenuante lavoro di precisione comportano e contemporaneamente quanto sono volatili, fragili, impalpabili. Vent'anni dopo ci ritroviamo in un sala cinematografica come i moschettieri di Dumas e ci accorgiamo, per dirla con David Bowie, che «nothing has changed / and everything has changed». Se non troviamo quasi tracce del mondo di allora nel mondo esteriore che osserviamo, In the mood for love è lo stesso diamante e continua a rigenerarsi immutato e fiorente come il bastone di Tannhauser, sempre esorbitando rispetto a ciò che finora ci ha detto e continuando a rispondere alla stessa, eterna domanda apparendoci fatto ora o fatto da sempre. (Alessandro Ronchi, Gli spietati.it)