Un film di
Paola Castriota
Genere
Documentario
Durata
60'

Il racconto delle inchieste sulla strage di Piazza della Loggia. Sullo sfondo, la Guerra Fredda e le strategie della tensione. Quarant’anni di indagini, depistaggi, silenzi e misteriose scomparse nel contesto di un’Italia violentemente spaccata tra forze opposte. Un periodo di riforme sociali ostacolate a colpi di tritolo e dina- mite. E ancora: i depistaggi di alcuni agenti dei servizi segreti. A seguito della storica pronuncia della Corte di Cassazione, ripercorriamo le vicende processuali e umane legate alla strage di piazza della Loggia.

Modera la serata il critico cinematografico Paolo Fossati. Intervengono Manlio Milani, Paola Castriota, Andrea Ricci, Silvia Guarneri. Prima del film canta il Coro Clandestino.

Ingresso gratuito, fino ad esaurimento dei posti disponibili.

Ci sono voluti più di quarant’anni per arrivare al 20 giugno 2017, data in cui la Cassazione si è espressa sulle responsabilità per l’eccidio di piazza della Loggia. La data è storica perché ha chiuso un capitolo giudiziario e umano che dura dal 1974 e che ha visto scoppiare bombe, cadere Repubbliche ed emergere profili criminali inquietanti. Grazie a testimonianze e materiali inediti, è stato possibile realizzare un film documentario unico sulle vicende giudiziarie collegate alla strage politica che sconvolse Brescia e l’Italia. Si delinea un percorso che parte da un determinato contesto (gli Anni di Piombo e la Guerra Fredda), passa attraverso un evento (la strage di piazza della Loggia) e arriva fino all’attualità (ricerca archivistica).
Come viene detto spesso, non si può capire la strage di Brescia senza capire il contesto storico in cui è av- venuta. Per spiegarlo abbiamo inserito gli interventi di Mimmo Franzinelli e di Benedetta Tobagi che hanno approfondito alcuni temi fondamentali, quali: le strategie della tensione, il sistema di valori, i miti fondativi e i simboli della Destra radicale. Da questa analisi risultano ancora una volta centrali il tema “archivi” e il tema “depistaggi”. L’intenzione, in sostanza, è era quella di unire voci, riflessioni e punti di vista precisi, lucidi e critici.
Il fine, invece, è analizzare un terribile fatto di strage con il giusto distacco storico per consegnare alle nuove generazioni uno strumento attraverso il quale possano attivare, in modo consapevole, l’esercizio di me- moria storica e l’approfondimento personale, alla luce di un dato attualissimo: nei processi si stabiliscono le responsabilità e i processi restano uno strumento per attuare percorsi democratici e civili.