Chaco
16 Maggio 2019 - 21:00
Un uomo solo, ostinato e caparbio, da anni si batte per salvaguardare una porzione del Chaco, la vasta foresta paraguayana costantemente aggredita da interventi di deforestazione mirati alla coltivazione industriale di carne e soya transgenici. Quell'uomo è Daniele Incalcaterra, uomo di cinema, e questa battaglia è anche il suo progetto cinematografico. Chaco registra le varie fasi di un processo che vede contrapporsi le logiche della burocrazia e degli interessi finanziari ad un inalienabile senso di giustizia.
Chaco è, proprio in virtù dell’onnipresenza del regista, un documentario partecipativo/performativo in cui è annullata la distanza tra pubblico e autore, e in cui il film d’inchiesta si mescola al thriller politico (del tutto secondarie appaiono nel film le sequenze poetico-naturalistiche). Chaco va comunque al di là di ogni definizione, essendo soprattutto un film d’autore, perfettamente coerente con la cinematografia di Incalcaterra e Quattrini (coppia nel cinema e nella vita). Il loro è un cinema libero e refrattario ai compromessi: questo è il suo più grande valore e a volte il suo maggiore limite. «La terra è andata», chiosa in un momento di amarezza il fratello del regista (che, essendo un funzionario ONU, sa bene come vanno queste cose), ma poi aggiunge: «L’unica cosa che puoi fare ora è farci un bel film». E questo hanno fatto Daniele Incalcaterra e Fausta Quattrini: un film libero, bello, ma soprattutto necessario, premiato con la vittoria al Festival dei Popoli. (Guido Silei, Quinlan.it)
Presenta la serata Michel Cardito del Movimento Decrescita Felice Gruppo Brescia.