Il lago delle oche selvatiche
17 Agosto 2020 - 21:15
L'EDEN D'ESTATE
La magia delle notti in castello
Un uomo, una donna. La pioggia, incessante. Si incontrano sotto i piloni di una stazione, il rumore dei treni è frastuono.Lui è Zhou Zenong, pezzo grosso di una banda di rapinatori ora in fuga perché ricercato dopo aver sparato a un poliziotto. Lei, Liu Aiai, una giovane prostituta mandata lì dai compari di lui per fargli compagnia e aiutarlo a non dare troppo nell'occhio. O, almeno, questo è ciò che lei gli racconta.
Presentato in concorso a Cannes 2019, il film è l'opera seconda di un regista già vincitore di un Orso d'oro a Berlino e accreditato dai più come l'autore cinese su cui puntare per il futuro.
"Non c'è un'inquadratura gratuita, ogni situazione – anche le più disparate (spesso nel bel mezzo di un inseguimento perdiamo di vista i protagonisti perché ci troviamo dentro degli stanzoni dove sta succedendo tutt'altro, rimanendo lì a vivere un altro piccolo film nel film) – esplodono con la potenza di un qui e ora di rara suggestione, le figure si nascondono per un attimo dietro teli di plastica sporchi ma trasparenti, le ombre sui muri sostituiscono la sagoma in carne e ossa dei personaggi. Momenti dai tempi dilatati e caos assoluto si alternano in maniera mai forzata né banale, sfiorando più volte le derive thriller di una narrazione che non perde mai di vista il centro della questione. Un film liquido e mutaforma, con lampi improvvisi di violenza efferata ma dal pattern indiscutibilmente nostalgico, che non lascia via di scampo. Ma che affida al colpo di coda nel finale la possibilità di una nuova speranza. Bellissimo". V. Sammarco, cinematografo.it