Le mura di Bergamo
26 Maggio 2023 - 21:00 / Sala 1 /
Un viaggio nel dolore della città italiana più martoriata dalla pandemia. Una terapia per elaborare ma non dimenticare.Film di apertura della XVI edizione del Filmfestival del Garda, alla presenza dell'autore.
Info
Film di apertura della XVI edizione del Filmfestival del Garda.
Alla presenza dell’autore.
Bergamo, marzo 2020. La città, dentro le sue mura, è un corpo malato. È un insieme di cellule, di tessuti, di organi che non riescono più a comunicare.
Le strade si sono svuotate, gli scambi azzerati, gli incontri proibiti. Disconnesso dagli altri ogni corpo è solo all’interno delle sue mura. Ogni immagine, ogni memoria è un frammento fragile del mosaico che fino a ieri componeva la città.
In ospedale, nel buio della notte, ci sono i corpi paralizzati di chi non riesce più a respirare. Medici e infermieri sono i custodi di questi corpi da consolare, da rianimare, da sedare, da smaltire, corpi che conservano in sé frammenti di memorie che emergono dal buio della coscienza.
Dopo gli incubi di questa notte infinita, i sopravvissuti si risvegliano in una città sconosciuta. Il desiderio di fare ritorno a casa è forte ma altrettanto forte è il terrore di non ritrovare chi si era lasciato. Incrociano gli sguardi, cercando nei volti dietro le maschere un confronto e un conforto. Nei loro silenzi c’è il bisogno fortissimo di trovare le parole per cominciare a condividere quello che è successo ad ognuno di loro, la gratitudine e il senso di colpa per essere sopravvissuti.
Il corpo della città è un organismo devastato che prova a reagire. Medici, infermieri, pazienti, volontari, e anche chi non ha vissuto direttamente il dolore della malattia, tutti cercano un proprio ruolo nel processo di guarigione della città. Raccogliere e raccontarsi le storie di chi non c’è più diventa una maniera per rielaborare il lutto privato e collettivo e per ragionare sul bisogno di una nuova ritualità della morte.
Le Mura di Bergamo è un film che crea connessioni tra memoria e futuro, per accompagnare questa collettività, lungo le prime fasi della paziente opera di ricomposizione di quel tessuto intimo, familiare e sociale, che la pandemia ha lacerato. Il protagonista di questa storia è la città, un corpo sociale che, come ogni organismo vivente, è costituito innanzitutto dalle infinite connessioni tra le sue parti. Le parole, gli sguardi, i gesti, i silenzi che questa narrazione testimonia sono un tentativo di rendere conto di qualcuna di queste connessioni, con la speranza che, rendendole visibili, il racconto cinematografico possa contribuire a consolidarle.
In anteprima mondiale al 73. Festival Internazionale del cinema di Berlino.
In concorso nella sezione ENCOUNTERS.
Sarà presente in sala il regista Stefano Savona.
In collaborazione con Filmfestival del Garda.