Dal 13 Dicembre 2023 a 28 Gennaio 2024

Informazioni e Prenotazioni
Il CUP – Centro Unico Prenotazioni risponde dal lunedì al sabato dalle 10.00 alle 18.00

La mostra

L’evento di presentazione di è tenuto alla presenza di:

Majid Bita, artista
Zoya Shokoohi, curatrice

Ha introdotto e moderato l’evento:

Stefano Karadjov, Direttore Fondazione Brescia Musei

A un mese dell’apertura di Finché non saremo libere, mostra dedicata alla condizione femminile nel mondo con un focus sull’Iran, mercoledì 13 dicembre alle ore 18.30, il Museo di Santa Giulia ha arricchito l’esposizione di un nuovo capitolo: IL CANTO DEL DOLORE, instant display dell’artista iraniano Majid Bita, creatore di immagini, fumettista, graphic designer e illustratore, da tempo residente in Italia.

Risultato di un intenso scambio iniziato in occasione dell’apertura della mostra tra l’artista, la curatrice della mostra Ilaria Bernardi, il pubblico e l’artista iraniana Zoya Shokoohi, già coinvolta nell’esposizione, questo progetto è una creazione artistica partecipativa che presenta 40 racconti per immagini realizzati con acquerelli e china.

Il Comune di Brescia e la Fondazione Brescia Musei con Alleanza Cultura, promotori di questo nuovo progetto, ne hanno affidato la curatela alla stessa Shokoohi che ha scelto di allestire le opere in un abaco visivo di cinque storie, dando voce ai protagonisti delle sue straordinarie immagini, in un flusso narrativo che parla di propaganda, guerra, ribellione e militanza.

IL CANTO DEL DOLORE verrà presentato al pubblico mercoledì 13 dicembre alle 18.30 al Museo di Santa Giulia, con un tra talk in cui Majid Bita e Zoya Shokoohi, dialogheranno nel cuore dello spazio espositivo.

L’artista

 

Majid Bita nasce nel 1985 in Iran, dove trascorre i suoi primi anni di apprendistato studiando grafica d’arte.
Nel 2014 si trasferisce in Italia per dedicarsi alla pittura e poi ai linguaggi del fumetto, frequentando L’Accademia di Belle Arti di Bologna, città in cui tutt’oggi vive e lavora. Illustratore e animatore freelance, si occupa in prevalenza di illustrazione editoriale, storyboard per film, video clip musicali e
di film d’animazione per vari progetti cinematografici. Ha sempre mantenuto un legame forte con la comunità iraniana in esilio in diverse nazioni, rinforzando un rapporto di scambio culturale e artistico e riconoscendo nel disegno un atto di dissidenza e di impegno politico quotidiano, come ben testimonia anche il graphic novel Nato in Iran (Canicola, 2023).

La curatrice

 

Zoya Shokoohi è un’artista, performer e ricercatrice iraniana, nata a Isfahan, attualmente risiede a Firenze. Dopo una formazione in ambito scientifico, ha studiato arti visive, specializzandosi in seguito in antropologia museale e dell’arte.
La sua ricerca artistica si concentra sugli aspetti paradossali della vita contemporanea nel contesto del mondo globalizzato. Nei suoi progetti ricorre a differenti medium in base alle necessità delle ricerche e dei processi, mantenendo come costante il tentativo di far diventare il corpo dello spettatore parte attiva di esperienze al contempo collettive e autoriflessive. Tra gli ambiti indagati ci sono le micro- utopie, la realtà del sistema dell’arte contemporanea e dei sistemi culturali.
Ha esposto in varie gallerie e musei tra cui: Motorkhoone e Aknoon (Shiraze/Isfahan, 2020), Museo Novecento di Firenze (2019), Maggio musicale Fiorentino (2019), Palazzo Scuderie Ducali di Atri per la rassegna “Stills of Peace”  (2019), Giardino dei Semplici, spazio no-profit La Portineria, area dell’ex-manicomio San Salvi e MAD (Firenze, tra il 2019 e il 2023), Spazio Matta di Pescara  per il Fla festival  (2022), festival Effetto Venezia di Livorno (2022), Casa degli Artisti e Mia Foto Fair (Milano, 2023).
Le sue opere sono state acquisite, tra le altre, nelle collezioni del museo Novecento di Firenze e della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo.